"Oltre all'impossibilità di irrogare una sanzione, non vi è alcuna base normativa che renda legittimo un qualunque provvedimento amministrativo regionale finalizzato a distruggere le colture Ogm in atto, anche in considerazione del fatto che il decreto interministeriale del 10 agosto, in quanto rivolto alla tutela dell'ambiente, è di esclusiva competenza dello Stato''.
Lo scrive la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, rispondendo a una lettera del ministro dell'Ambiente Andrea Orlando, il quale ha chiesto di conoscere con quali modalità la Regione intenda procedere allo scopo di assicurare una completa attuazione del divieto di coltivazione del mais MON810, imposto dal decreto 12 luglio 2013, nella regione Friuli Venezia Giulia.

"
Cara Debora  - aveva scritto il ministro Orlando -, come è noto il 10 agosto scorso stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana il decreto interministeriale che vieta la coltivazione sul territorio nazionale del mais geneticamente modificato Mon 810 fino all’adozione di misure comunitarie di cui all’articolo 54, comma 3, del Regolamento (Ce) 178/2002 del 28 gennaio 2002 per un periodo di diciotto mesi dalla data di pubblicazione.  Per assicurare una completa attuazione del divieto di coltivazione del mais MON 810 imposto dal decreto 12 luglio 2013 nella Regione Friuli Venezia Giulia, ove il mais geneticamente modificato in questione è coltivato, si chiede di conoscere con quali modalità la Regione intenda procedere".

Di qui le puntualizzazioni della Serrachiani. ''Appena emesso il decreto interministeriale - precisa una nota della presidente -, la Regione Friuli Venezia Giulia si è tempestivamente attivata per darvi applicazione nel proprio territorio'', Serracchiani evidenzia che le lacune della normativa nazionale sono state ricordate anche oggi alla Commissione Agricoltura della Camera in sede di 'question time', dove da parte del ministero delle Politiche agricole è stato sottolineato che ''l'incompletezza del quadro giuridico, dovuto all'assoluta novità della situazione di fatto non ancora disciplinata in modo sistematico, è una lacuna con riflessi operativi che rende necessario un ulteriore intervento normativo in materia di sanzioni per violazione di disposizioni di carattere ambientale''.

''La Regione ha costantemente monitorato la situazione dei campi coltivati con mais Ogm, ma - prosegue Serracchiani - non ha allo stato elementi per procedere penalmente contro i conduttori dei fondi dal momento che dovrebbe dimostrare l'esistenza di un pericolo per la salute pubblica ovvero di un pericolo di degradazione rilevante e persistente delle risorse naturali''.
Ricordando che ''ai sensi dell'articolo 299 del decreto legislativo 152/2006, l'accertamento del danno ambientale compete allo Stato, proprio attraverso il ministero dell'Ambiente, e rispetto all'attività del ministero, come precisa il comma 2 del medesimo articolo, le Regioni possono semplicemente prestare la propria collaborazione'', la presidente precisa che ''in tal senso la Regione Friuli Venezia Giulia è pronta ad offrire la sua massima disponibilità''.