Chi sperava nelle festività pasquali per una ripresa dei consumi di prodotti agroalimentari, è rimasto deluso. Già lo aveva anticipato il “Corriera della Sera” del 29 marzo commentando il calo negli acquisti dei tradizionali dolci pasquali. Ma il calo, scrive “Unione Sarda”, non si è fermato lì e ha coinvolto altri piatti, come le carni ovine. A fare le spese della crisi è anche l'ortofrutta, che fa segnare un preoccupante meno 1,2% nell'export. E' questo il dato diffuso da “Il Sole 24 Ore” il 30 marzo, al quale fa eco il giorno seguente il commento pubblicato da “La Stampa”, dal quale emerge che i consumi di frutta e verdura del 2012 sono scesi ai livelli del 2005. A complicare il quadro ci si mette poi la stretta creditizia, che a parere di “Libero” del 2 aprile ha molte responsabilità nel collasso dell'agricoltura. All'appello, scrive “La Stampa”, mancano ben 25 miliardi e non stupisce allora se in alcune realtà locali continua ad aumentare il numero delle aziende agricole costrette alla chiusura, come denuncia il “Corriere di Romagna”.

 

Campi allagati

Come non bastassero crisi di mercato e stretta creditizia, ci si mette anche il maltempo che imperversa da Nord a Sud. Trattori bloccati e impossibilità di seminare il mais, scrive il 2 aprile il “Corriere della Sera”. Colpa delle piogge incessanti che vanno dal Lazio (Ciociaria Oggi, 2 aprile) al Veneto (Il Gazzettino, 3 aprile), dalla Toscana (La Nazione, 3 aprile) alla Lombardia (Il Giornale di Brescia, 3 aprile) e su sino al Friuli Venezia Giulia (Il Quotidiano, 3 aprile). Intanto gli agricoltori veneti denunciano dalle pagine del “Gazzettino” del 4 aprile il mancato arrivo degli aiuti promessi dopo il crollo delle serre per la nevicata del febbraio scorso. Magra consolazione l'apprendere dalla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 2 aprile che le dighe della provincia dauna, in Puglia, hanno fatto il pieno di acqua, assicurando riserve idriche per tutta la prossima stagione.

 

Articolo 62: no e sì

Viaggia verso una soluzione intanto la “querelle” che si era aperta sull'applicazione dell'articolo 62, quello che stabilisce tempi certi per il pagamento dei prodotti agroalimentari. All'inizio si era temuto che una norma comunitaria potesse azzerarne l'efficacia. E' quanto paventava “Italia Oggi” il 29 marzo, una notizia che nello stesso giorno trovava conferma anche nelle pagine de “Il Sole 24 Ore”. Poi l'aprirsi di un contenzioso fra i ministeri competenti per la materia, quello dell'Agricoltura e quello dello Sviluppo economico, del quale hanno dato conto numerosi quotidiani, come “Avvenire” o la “Gazzetta delle Mezzogiorno”. Infine, il 2 aprile, la soluzione dell'enigma, con la conferma della validità di quanto sancito dall'articolo 62, che non ha mai cessato di essere in vigore. I dettagli si possono leggere sulle colonne di “Italia Oggi”. Ma nell'incertezza, come era prevedibile, si è aperto un contenzioso che non sarà semplice dirimere. Se ne discute su “Italia Oggi” del 4 aprile.

 

Latte e formaggi

Il mondo del latte è di nuovo alle prese con le vicende che riguardano Parmalat-Lactalis, dove a dieci anni dal crack dell'azienda di Collecchio torna un altro commissario, questa volta “ad acta” per passare al setaccio la controversa operazione Lag, la società americana della Lactalis acquistata da Parmalat. I dettagli si possono leggere su numerosi quotidiani e fra questi “Il Fatto” e “Il Sole 24 Ore” del 31 marzo. Ancora nel mondo del latte, si segnalano le preoccupazioni per l'aumento dei formaggi simil-grana che invadono la Penisola, troppo sovente spacciati per prodotti italiani. Lo denuncia il 29 marzo il “Corriere della Sera” al quale ha fatto eco il giorno seguente “Il Giornale” e poi il 31 marzo “La Stampa”. Non solo i formaggi ma anche gli agnelli importati vengono spacciati per made in Italy, scrive il “Corriere dell'Adriatico” del 31 marzo. E' poi il turno della mozzarella di bufala che torna sulle pagine dei giornali dopo l'avvio delle nuove norme che regolano la produzione del prodotto a marchio Dop. Norme che non piacciono ai caseifici, che invocano dalle pagine di “Repubblica” del 2 aprile l'annullamento del decreto che vieta in uno stesso stabilimento produzioni diverse da quella della mozzarella Dop. Per il momento, scrive “Il Mattino” del 4 aprile, è in vista un rinvio della norma. Se ne riparlerà forse nel giugno del prossimo anno. Deja vu.