"Fieragricola riveste da sempre un ruolo particolare per l’agrcioltura italiana ed europea. Ma è Veronafiere a rappresentare il tempio dell’agroalimentare, con diverse manifestazioni di primo piano, a partire da Vinitaly, che è un evento mondiale e che mette in risalto le eccellenze del made in Italy". Così il ministro per le Politiche agricole, Mario Catania, descrive il ruolo del polo fieristico di Verona, pochi minuti prima di incontrare il vicepresidente vicario di Veronafiere, Claudio Valente, il direttore generale, Giovanni Mantovani, il direttore generale della Commissione Agricoltura Ue, José Manuel Silva Rodriguez, e i presidenti delle organizzazioni sindacali agricole.


Proprio sulla Pac, il ministro Catania ha ribadito la posizione italiana: "Chiederò a Bruxelles che la Pac sia uno strumento di tutela dell’agricoltura italiana, che faccia chiarezza in termini di regole e che distribuisca risorse adeguate ai produttori. Serviranno regole più rigide sulle indicazioni dei prodotti, sull’etichettatura e sulla difesa del vero made in Italy dalle contraffazioni".

Allineati contro l’agropirateria e le contraffazioni alimentari si muoverebbero, ha dichiarato il ministro Catania, "i decreti sulle liberalizzazioni nell’agroalimentare, che puntano a migliorare l’equilibrio della redditività, oggi eccessivamente sbilanciato verso la grande distribuzione".
Catania invia anche un messaggio ai pescatori. Una piccola rappresentanza era a manifestare davanti a Veronafiere in mattinata. "Sono vicinissimo alle loro esigenze – ha specificato -  ma non possiamo in alcun modo andare contro le decisioni dell’Unione europea in materia di stock delle specie pescabili".

Il vicepresidente vicario di Veronafiere, Claudio Valente, nel salutare il ministro, ha espresso soddisfazione per le parole di elogio che lo stesso Catania ha avuto verso Fieragricola e l’Ente Fiera. "Siamo tornati al centro della discussione delle politiche agricole europee. Fino a domenica Fieragricola sarà il cuore del dibattito in un momento di crisi. Pertanto ci attendiamo dalla Pac risposte immediate per gli operatori del settore".

 

 

Il direttore generale della Commissione Agricoltura dell’Unione europea, José Manuel Silva Rodriguez,

 

Nell'ambito del convegno di apertura 'Verso la nuova politica agricola comune: prospettive, sfide e opportunità per un'agricoltura sostenibile' il direttore generale della Commissione Agricoltura dell’Unione europea, José Manuel Silva Rodriguez, tiene a bordo l’Italia, "tra i fondatori della Pac, che quest’anno festeggia i 50 anni, e che non può essere concepita senza il contributo italiano, che è fondamentale". Una buona notizia, alla quale si deve aggiungere la conferma del budget per il bilancio agricolo (che però dovrà fare i conti con l’inflazione) e la volontà di ampliare i progetti destinati all’innovazione nel settore primario.

I principi ispiratori della prossima riforma comunitaria, per quanto non si discostino da quelli di 50 anni fa, "richiedono una diversa elasticità nella loro declinazione – osserva Silva Rodrìguez – per effetto di una maggiore volatilità dei prezzi, per l’aumento dei costi di produzione, per l’aumento della domanda di cibo e anche per i cambiamenti climatici in corso. Serve dunque un approccio nuovo da parte delle istituzioni verso il mondo agricolo".

In particolare, secondo il direttore generale della Commissione Agricoltura, "bisognerà superare le tensioni delle cosiddette “4F”: food, feed, fuel and fiber (cibo, mangimi, energia e fibra). E la nuova Pac dovrà appunto superare queste sovrapposizioni".

Coniugare competitività e ambiente. La sfida, annuncia Silva Rodrìguez, "sarà coniugare competitività e ambiente, perché non può esserci competitività senza una tutela ambientale. La Pac d’altronde è una risorsa non soltanto per gli agricoltori, ma per tutti i cittadini dell’Unione europea. E’ per questo che agli imprenditori agricoli si chiede di compiere uno sforzo sociale. Una frase che serve per introdurre e spiegare le finalità del greening (l’inverdimento e l’obbligo di applicare la rotazione o misure specifiche agro-ambientali): in parte un sacrificio, ma necessario per la crescita dell’economia e dell’agricoltura nel suo complesso".

La regionalizzazione. Silva Rodrìguez tocca poi il sistema previsto per i pagamenti diretti della Pac agli agricoltori (il cosiddetto 1° Pilastro), attraverso la regionalizzazione: "Non intendiamo certo pagamenti differenti fra Veneto e Lombardia o Food Valley – chiosa – quanto una omogeneità di sostegno per singole produzioni". Una questione che apre la strada ad una domanda: in previsione della prossima Pac, l’Italia non farebbe meglio ad avere un unico Programma nazionale per lo sviluppo rurale, anziché 21 Psr fra Regioni e Province autonome?