E' scaduto lo scorso lunedì 28 febbraio il termine ultimo entro il quale le Regioni potevano inviare al ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali la richiesta di attivazione della misura di 'distillazione di crisi'.

La misura, contenuta nel programma nazionale di sostegno del settore vitivinicolo datato 2008, è stata attivata con Decreto Ministeriale 546 del 21 gennaio scorso per la campagna 2010-2011 e, eccezionalmente, interessa anche le produzioni a Denominazione di origine e ad identificazione geografica con gradazione non inferiore a quella prevista dal disciplinare di produzione.

Come comunicato dall'Ufficio del portavoce del ministro delle Politiche agricole, oltre al Piemonte ed alla Calabria che avevano caldeggiato l’adozione della misura, hanno comunicato il ricorso alla distillazione di crisi per le produzioni a Denominazione di origine e ad indicazione geografica anche il Lazio e la Sardegna, mentre le Marche e la Puglia ne limiteranno l’utilizzo ai soli vini comuni.

“Il limitato ricorso delle Regioni alla distillazione di crisi dimostra che il comparto vitivinicolo nazionale gode, nel suo complesso, di buona salute", commenta il ministro Galan.

Da una prima stima, ammontano a circa 114.000 ettolitri i volumi di vini a Do e Ig che saranno sottoposti a distillazione di crisi, concentrati per lo più in particolari aree che hanno manifestato una certa sofferenza di mercato. Per i vini comuni, il quantitativo massimo ipotizzabile si attesta a circa 135.000 ettolitri, in massima parte riferibili alla Regione Puglia. A fronte di tali quantitativi, fanno sapere dal Ministero, la spesa prevista è stimabile intorno ai 7 milioni di euro per i vini a Do e Ig e a 2,9 milioni di euro per quelli comuni, per un costo complessivo di gran lunga inferiore al limite massimo utilizzabile pari al 10% dello stanziamento assegnato al Programma nazionale di sostegno del settore vitivinicolo (23.239.000 euro).

Per quanto riguarda la situazione della Regione Sardegna, come ci ha fatto sapere il portavoce dell'assessore regionale dell'Agricoltura Prato, la relazione riguarda la richiesta di attestazione dello stato di crisi del vino a Igt 'Isola dei Nuraghi' tipologia 'rosso' per un totale complessivo di 11.650 ettolitri ad un prezzo di acquisto minimo pari a 6,48% vol/hl. Parliamo, per il momento, di quantitativi legati ad una manifestazione di interesse che potranno essere diversi da quelli effettivi.
“Si tratta” ha dichiarato l'assessore, “di un provvedimento che, unitamente alle altre misure che la Regione sta attuando e attuerà per il comparto viti-vinicolo isolano, contribuirà a smaltire anche dalle nostre cantine il prodotto in eccesso, soprattutto i vini Igt”.

Ci fanno inoltre sapere che la Regione Sardegna intende destinare al finanziamento della misura distillazione di crisi l’intero budget disponibile, corrispondente al 10% delle risorse assegnate con decreto ministeriale 7160 del 26 luglio 2010 e corrispondenti a 731.300 euro su un totale complessivo di 7.313.000 euro. Salvo, comunicano, poter ricorrere, se necessario, al superamento di tale limite, in applicazione e nel rispetto del comma 3 dell’articolo 8 del DM 546/2011. La rimodulazione regionale avverrà attraverso il decurtamento dei fondi assegnati alla misura 'vendemmia Verde', ammontanti a 1.309.000 euro.

Per ben comprendere esattamente il meccanismo della misura occorre qualche chiarimento. La distillazione di crisi, è una misura transitoria applicabile fino al 31 luglio 2012, con dotazione finanziaria decrescente pensata per le produzioni non a denominazione di origine aventi gradazione alcolica minima di 10° vol.
A partire dal 2009, le Regioni hanno ritenuto di non stanziare ulteriormente la riserva nazionale; per questa ragione la quasi totalità dei fondi annuali del piano di sostegno sancito nel 2008 sono stati spalmati su altre misure.
Ragion per cui, non avendo nessuna Regione preventivamente destinato fondi a questa misura, nel momento in cui per la campagna 2010-11, è stata attivata, le Regioni che volontariamente hanno fatto richiesta di istituzione del regime di crisi per una produzione DO di loro pertinenza, hanno dovuto fornire, entro il 28 febbraio scorso, indicazione della produzione coinvolta, del quantitativo previsto da avviare alla distillazione espresso in ettolitri e dei criteri per la determinazione del prezzo minimo di acquisto.

Il prezzo minimo di acquisto del vino non a denominazione di origine è stato fissato nel DM 546/2011 a 1,75 euro per %vol/hl mentre per i vini Do e Ig non può superare il 65% del prezzo di mercato espresso in %vol/hl, risultante dai bollettini ufficiali delle Camere di Commercio nel semestre antecedente la richiesta di ciascun vino. In ogni caso, il prezzo d'acquisto definitivo per le produzioni a marchio sarà stabilito, tenendo conto delle indicazioni della Regione, nel decreto di istituzione del mercato di crisi in fase di definizione.

Possono accedere ai fondi che ogni Regione deciderà di destinare alla misura, decurtandoli da altre misure, i produttori che abbiano adempiuto all’obbligo della presentazione delle dichiarazioni vitivinicole; per ogni produttore sarà possibile stipulare al massimo due contratti di distillazione riferiti alle dichiarazioni di giacenza fatte al 31 luglio 2010.

Ogni Regione infine, può destinare al finanziamento della misura un massimo del 10% del budget regionale come ripartito con decreto ministeriale del 26 luglio 2010.
Se, a richieste effettuate, vi saranno Regioni che non hanno avanzato la richiesta o qualora qualche Regione abbia destinato un percentuale inferiore al 10%, se necessario e se le Regioni interessate ne avranno la possibilità, potranno ricorrere al superamento della soglia del 10% in applicazione del comma 3 dell’articolo 8 del DM 546/2011.

Ultima condizione posta dal ministero è la richiesta di impegno da parte dei produttori delle Do e Ig interessate di procedere, nella campagna 2011/2012, alla riduzione di almeno il 20% delle rese previste dal disciplinare.