Verso la 'health check' della Pac. Con quali scenari si prepara l'agricoltura italiana ad affrontare il controllo?
La Pac non è stata indolore per le imprese agricole italiane, che dopo le riforme nei vari settori, ultimo quello vitivinicolo, cercano indirizzi produttivi e assetti aziendali che garantiscano convenienza economica e competitività. In molti casi le imprese, con l'avvio della riforma, hanno sospeso gli investimenti nelle macchine e nelle dotazioni tecnologiche, e questo è un segnale di incertezza preoccupante.
L'innovazione in agricoltura è strettamente collegata al progresso della meccanizzazione. E' giusto integrare il contoterzismo nel contesto agricolo, anche sotto il profilo giuridico, o i tempi e i ruoli non permettono tale confluenza?
Solo le organizzazioni professionali dei contoterzisti possono avere cognizione di cosa sia effettivamente giusto e conveniente per la categoria. Si deve ricordare, tuttavia, che molti contoterzisti nascono come agricoltori e solo successivamente si sono costituiti come imprese industriali, entrando in una logica di servizio che guarda non soltanto all'agricoltura ma a settori come quello del giardinaggio, delle manutenzioni urbane e del movimento terra. Il ritorno ad una connotazione prettamente agricola potrebbe sembrare un percorso all’indietro.
Che periodo sta vivendo il comparto dei costruttori di macchine agricole?
Proprio in concomitanza con l'applicazione della riforma della Pac il mercato italiano ha subito una forte contrazione, scontando proprio quel clima di incertezza di cui prima abbiamo parlato. D'altro canto, l'industria italiana ha una forte presenza sui mercati esteri, e questo in parte compensa la crisi del mercato interno. Il punto di vista dei nostri industriali è che non si debba restare passivi, in attesa che le condizioni di redditività del settore primario migliorino, ma si debba andare incontro al mercato, cercando di interpretare la futura domanda di meccanizzazione, in relazione alle trasformazioni che le imprese agricole stanno affrontando, in termini di nuovi indirizzi produttivi, contenimento dei costi, integrazione nelle filiere.
Qual'è stato finora il ruolo di Unacoma all'interno del mondo agricolo e quali compiti avrà nel futuro?
Esiste un ruolo 'di fatto', che nasce dal rapporto funzionale che lega industrie della meccanizzazione e mondo agricolo. Esiste poi un rapporto più politico, che riguarda l'Associazione in quanto tale e che mira a sviluppare con le organizzazioni professionali agricole strategie comuni e a costruire un fronte unico, almeno su alcune particolari tematiche, vedi quelle della sicurezza, della ricerca e viluppo, del rinnovo del parco. E' necessario che le organizzazioni agricole percepiscano l'industria delle macchine come un alleato prezioso, e questo è divenuto uno degli obiettivi prioritari di Unacoma.
Quali scenari andranno consolidandosi nel mercato delle macchine agricole italiano ed europeo?
La costante riduzione del numero di imprese agricole, e il processo di accorpamento delle proprietà fondiarie comporterà una riduzione della domanda di macchine in termini numerici, compensata da una maggiore qualità tecnologica. In altri termini si venderanno meno macchine tradizionali ma con maggiore valore aggiunto. Contemporaneamente crescerà il mercato delle macchine specializzate, e addirittura iper-specializzate, vale e dire destinate a produzioni di alto pregio e di nicchia. I tempi sono maturi per mettere in campo non soltanto il meglio della tecnologie di settore, ma anche mezzi meccanici del tutto nuovi, progettati per un’agricoltura che cambia.
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Veronafiere