È stato individuato in Sardegna il virus dell'EHD che provoca la malattia emorragica epizootica del cervo, una patologia simile alla blue tongue, che colpisce i ruminanti. Il patogeno, che si diffonde tramite gli insetti culicoidi, è stato individuato in alcuni capi bovini di aziende localizzate nel Sud Sardegna. La scoperta, da parte dei servizi veterinari territoriali, è stata confermata dal Centro di Riferimento Nazionale per le Malattie Esotiche di Teramo ed è stata al centro del vertice regionale che si è riunito il 9 novembre 2022 a Cagliari. Lo riferisce una nota ufficiale di Regione Sardegna.


All'incontro hanno preso parte i tecnici dell'Assessorato Regionale della Sanità e dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna in collegamento con i tecnici del Ministero della Salute e del Centro di riferimento di Teramo. Si tratta del primo focolaio relativo all'EHD rilevato in Europa, presente già da tempo in Nord Africa, da cui potrebbe essere arrivato veicolato dagli insetti trasportati nell'Isola dai venti del deserto.


"L'individuazione del virus - spiega l'assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu - evidenzia ancora una volta la capacità del nostro sistema di sorveglianza e di monitoraggio sulle malattie e sul rischio epidemiologico. Sono già partiti i controlli, sugli animali e sugli insetti, per verificare la presenza del virus oltre l'area del focolaio".

 

Il Ministero della Salute, in attesa di un quadro epidemiologico più puntuale che sarà possibile solo dopo l'estensione dei controlli, ha disposto la chiusura totale, per un periodo tra le tre e le quattro settimane, alla movimentazione al di fuori dell'Isola e all'interno del territorio sardo dei capi bovini, specie suscettibile al virus, in cui l'infezione, a differenza degli ovini e delle altre specie sensibili, può portare alle forme cliniche più gravi.

 

Stop anche alla movimentazione dei capi ovini e degli altri ruminanti che possono essere comunque serbatoio dell'EHD, per il quale, al momento, non esiste un vaccino. Una decisione, quella presa da Roma, che prevede una sola deroga: la movimentazione per la macellazione all'interno del territorio regionale.

 

"Indubbiamente la situazione è resa delicata dalla presenza di un virus su cui si sa ancora poco - afferma ancora l'assessore alla Sanità, secondo il quale "Il primo passo sarà verificare la diffusione dell'infezione. Questo, così come prospettato dagli stessi tecnici del Ministero, ci darà indicazioni sui tempi e sulle modalità di possibile riapertura alle movimentazioni".


Confagricoltura Sardegna "Convocare subito tavolo tecnico"

"In poche settimane siamo riusciti a collezionare tutte le peggiori emergenze di sanità animale dell'Ue: dal sierotipo 3 della blue tongue nel comparto ovino, su cui non esistono vaccini, al primo caso di malattia emorragica del cervo in Europa, che porta anche al decesso dei bovini e in cui gli ovini sono portatori del virus, passando per l'aviaria sbarcata nella colonia delle diverse specie di uccelli del parco cittadino di Monte Urpinu a Cagliari" afferma Paolo Mele, presidente di Confagricoltura Sardegna.

 

Secondo il presidente di Confagricoltura Sardegna si tratta di "Un livello di allarme rosso che vede la Sardegna sotto la lente di ingrandimento della sanità animale internazionale e che dovrebbe portare la Regione a convocare subito un tavolo tecnico con le organizzazioni di categoria agricola, le Asl territoriali, l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna, le università dell'Isola e i numerosi centri di ricerca del resto del Paese. Un gabinetto di crisi regionale, insomma, che operi a stretto contatto con il Ministero della Salute".

 

Coldiretti Sardegna, costituire unità di crisi

"Una notizia terribile che arriva in una Regione già martoriata dal caro prezzi e dall'incubo lingua blu - commenta la notizia il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu , che sottolinea -. È urgentissima l'istituzione di una unità di crisi coordinata dall'Istituto Zooprofilattico con il coinvolgimento delle organizzazioni di categoria che possa monitorare e trovare immediatamente delle soluzioni alternative al blocco totale, nel rispetto della sicurezza degli animali, altrimenti si porterebbero sul baratro i circa 7.800 allevamenti degli oltre 210mila bovini da carne che vendono la maggior parte dei vitelli fuori dalla Sardegna".