Continua a salire il prezzo del latte spot, quello venduto fuori contratto, che nella seduta del 24 ottobre ha confermato la quotazione di 67,87 euro al quintale, come evidenzia Assolatte, l'associazione delle industrie lattiero-casearie.

Un anno fa valeva il 55% in meno rispetto a oggi.

Anche il prezzo del latte sotto contratto, con riferimento alla Lombardia, si appresta a raggiungere i 60 centesimi al litro (ma sarebbe opportuno dire al chilo), cifre impensabili in un passato non troppo lontano.

 

Eppure di latte ce n'è sempre meno. Le consegne in Italia, dopo gli aumenti di inizio anno, hanno frenato visibilmente.

Una flessione che sembra, ma solo in apparenza, in contrasto con i prezzi in aumento, che avrebbero dovuto invogliare gli allevatori a spingere sulla produzione, piuttosto che rallentarla.


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Allevamenti in rosso

Le motivazioni sono ben illustrate da un recente rapporto a firma Fabio Del Bravo, che Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo e Alimentare) ha recentemente diffuso.

I margini degli allevamenti sono stati erosi dal contemporaneo aumento dei costi, con i mangimi aumentati del 35% e quello dei prodotti energetici saliti del 71% solo nei primi nove mesi del 2022.

Formidabili poi gli aumenti dell'energia elettrica (in Italia +275%) e del gas (in Europa +286%).

Per le stalle da latte i prezzi dei mezzi correnti segnano nel periodo gennaio settembre 2022 un aumento del 25%.

Un'impennata capace di annullare il vantaggio derivante dall'aumento del prezzo del latte, mettendo in forse la sopravvivenza degli stessi allevamenti.

 

Le ripercussioni sono pesanti e lo dimostra l'aumento della macellazione delle vacche, che in nove mesi ha segnato un aumento del 9%.

Immediato il riflesso sulla disponibilità di carne, che ha portato a una riduzione del 10% del flusso di importazioni di carni fresche.

Un risultato solo apparentemente positivo, ma che mostra invece quanto sia profonda e preoccupante la crisi della zootecnia da latte.

 

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Meno latte

Questo lo scenario sul fronte nazionale, che ha molte analogie a livello internazionale.

La produzione mondiale di latte è in flessione negli Usa (meno 0,3%), in Nuova Zelanda (meno 5,5%) e nell'Unione Europea (meno 0,5%), aree dove si concentra la maggior parte del latte mondiale.

Restando in Europa, le contrazioni produttive più importanti si registrano in Germania e in Francia (meno 1,3%), seguite dall'Irlanda (meno 0,4%). Solo la Polonia segna un aumento del 2,4%.

 

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E il prezzo sale

La minore disponibilità di latte ha innescato una corsa dei prezzi, aumentati in tutta l'Unione europea, con punte particolarmente alte per alcuni prodotti, come burro e latte in polvere.

Si va così colmando il divario con i prezzi del latte in Italia, storicamente più elevati che nel resto dell'Unione, grazie alla prevalente destinazione del nostro latte alla trasformazione in formaggi.

 

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Prezzo medio del latte crudo alla stalla in euro per quintale, premi esclusi

(Fonte: elaborazione Ismea su dati Commissione Ue)

 

Incertezze sul futuro

Sul mondo del latte pesano poi le molte incertezze che l'economia mondiale ha di fronte, con molti indicatori orientati al pessimismo.

In flessione infatti la crescita del Pil mondiale, che nel 2023 si fermerà a un più 2,7%, mentre il 2022 si chiuderà con un più 3,2%.

In Italia l'aumento dei prezzi dell'energia associati alla stretta monetaria lascia prevedere un 2023 molto difficile, con il Pil in flessione.

 

Un quadro generale destinato ad avere ripercussioni importanti sul fronte dei consumi e che potrebbe penalizzare le eccellenze alimentari di origine animale, latte e formaggi compresi.

Un contesto che lascia molte incognite sulle scelte imprenditoriali per i prossimi due o tre anni.

Tanto che negli operatori prevalgono previsioni di scarsa o nessuna crescita ed è elevato il numero di quanti si attendono un peggioramento della situazione.

Il grafico che segue, elaborato da Ismea, ne offre un'efficace sintesi.

 

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Come gli operatori prevedono l'evoluzione degli affari nei prossimi due o tre anni

(Fonte: Ismea)

 


Compito difficile quello delle previsioni di mercato.
Un aiuto può venire dall'esame delle tendenze in atto. Ma occorre conoscere i "numeri del latte" e in tempi di mercati globali lo sguardo deve allargarsi a livello internazionale.
Le fonti non mancano e AgroNotizie le raccoglie per dare ai lettori gli strumenti per orientarsi.