C'è chi in un eccesso di ottimismo lo ha chiamato "patto salva stalle", cosa che richiederebbe ben altri interventi, ma certo è un passo avanti nel tentativo di restituire agli allevamenti un minimo di marginalità per evitare di collassare.
Si tratta del "protocollo d'intesa per il sostegno alla filiera lattiero casearia", voluto dal ministro per le Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, e sul quale si è faticosamente raggiunto un accordo. L'obiettivo è quello di portare il prezzo riconosciuto agli allevatori a 41 centesimi al litro, ma arrivarci non sarà semplice. Vediamo perché. 


L'accordo

Al centro dell'accordo il tentativo di riequilibrare la catena del valore, oggi squilibrata a vantaggio della distribuzione, alla quale si chiede di riconoscere un "premio di emergenza stalle" pari a tre centesimi al litro.
Soldi che non andranno però direttamente nelle tasche degli allevatori, ma in quelle delle industrie di trasformazione.
Saranno loro a riversarlo poi agli allevatori. Ma a loro volta le industrie del latte, per bocca del presidente di Assolatte, Paolo Zanetti, fanno sapere di essere in condizioni non meno difficili a causa degli aumenti dei costi di produzione.
Con queste premesse è lecito immaginare che l'unica via di uscita sarà quella d'intervenire sui prezzi al consumo, ma anche questa è una partita assai complessa.

Il ruolo della distribuzione

Vedremo come andrà a finire, intanto c'è di buono l'impegno della grande distribuzione a valorizzare le vendite del latte italiano in tutte le sue forme, dal latte a lunga conservazione (ma quello italiano è davvero poco), sino ai formaggi freschi.
L'aver firmato questo protocollo rappresenta anche un importante passo avanti nel condurre la filiera del latte nella sua interezza a prendere coscienza di un problema comune, come può esserlo quello della tutela degli allevamenti italiani.
Senza i quali non ci sarebbe più la materia prima per le eccellenze lattiero casearie.
È bene ricordare che questo segmento ha un valore di 16 miliardi di euro e occupa oltre 100mila persone.
Un valore al quale va aggiunto quello della tutela del territorio, tenuto conto che in molti casi, specie nelle aree marginali, le attività di allevamento sono le poche in grado di evitare l'abbandono.

Il "tavolo tecnico"

L'accordo prevede inoltre la costituzione di un "tavolo tecnico" per discutere le misure per fronteggiare le emergenze e affrontare i problemi strutturali della filiera.
Lo si apprende da un comunicato del Dicastero guidato da Patuanelli.
Non sono molti gli esempi di successo dei "tavoli tecnici" ed è bene non farsi troppe illusioni sui risultati futuri.
Ma potrà dare un aiuto a sciogliere i nodi che puntuali si presenteranno quando sarà il momento di rivedere gli accordi sul prezzo del latte e sugli indici di adeguamento all'andamento di mercato che regolano i rapporti fra stalle e industrie del latte. Ma questa è un'altra partita.