In Sardegna la Febbre catarrale degli ovini, la temuta blue tongue, malattia provocata dal virus BTV trasmesso da insetti vettori ematofagi del genere Culicoides, continua a destare allarme, mentre sono in arrivo i vaccini, per scongiurare quella che si è annunciata come una vera e propria nuova epidemia; perché in cinque giorni - tra il 26 ed il 31 agosto 2021 - i focolai sono quasi raddoppiati e i capi con sintomi aumentati del 160%. La Sardegna fu il primo territorio italiano ad essere colpito da blue tongue nel 2000 e ha una conoscenza diretta e recente dei danni reali che può provocare alle greggi questa malattia.

Il 29 agosto scorso vi è stata un'audizione al Servizio di sanità animale della Regione Sardegna che ha sentito le organizzazioni agricole; nei prossimi giorni il confronto sarà con l'assessorato alla Sanità"In attesa dell'arrivo delle nuovi dosi per il vaccino contro la blue tongue è fondamentale mettere in sicurezza gli allevamenti distribuendo i repellenti". È la richiesta di Coldiretti Nord Sardegna attraverso il presidente Battista Cualbu che insieme alle organizzazioni agricole Cia Nord Sardegna e Confagricoltura Sassari Olbia Tempio, rappresentate rispettivamente dal presidente Michele Orecchioni e dal direttore Giannetto Arru Bartoli, sono state convocate ieri l'altro a Sassari dal Servizio di sanità animale del Dipartimento di prevenzione rappresentato da Francesco Sgarangella. L'obiettivo più immediato è tenere lontani gli insetti vettori dagli animali, per minimizzare il rischio di contagio.

"Contemporaneamente al contrasto è necessario che nel collegato alla finanziaria si prevedano i denari per indennizzare le aziende che hanno subìto perdite a causa della blue tongue" ribadisce Battista Cualbu.

Il morbo, dalla prima comparsa con il sierotipo 4 avvenuta nella prima decade di agosto in due allevamenti di Bari Sardo - secondo i dati dell'Osservatorio epidemiologico veterinario regionale per la Sardegna aggiornati a ieri, martedì 31 agosto - interessa ora allevamenti dove sono stanziati 68.105 capi, che rappresentano 205 focolai con 6.045 ovini che presentano sintomi e dove si sono verificati già 338 casi di morte.

Il virus insomma rappresenta, visti anche i precedenti, un pericolo e si sta diffondendo a macchia d'olio interessando ormai tutte le province sarde. Basti pensare che solo il 26 agosto 2021 - dall'Osservatorio epidemiologico veterinario regionale per la Sardegna rilevato da AgroNotizie i focolai confermati erano 104, ma gli animali con sintomi erano solo 2.321 mentre quelli deceduti risultavano essere 107 il 25 agosto.

A pesare è soprattutto il quasi raddoppio dei focolai in cinque giorni, l'ampliarsi degli areali interessati e la presenza di un nuovo sierotipo sconosciuto del virus, per il quale sono stati aperti sette focolai ed un'apposita area buffer.

Come emerso nei giorni scorsi, mancano ancora i vaccini, che al momento non coprono neppure la rimonta. "Siamo stati rassicurati sull'ordine immediato di nuove dosi di vaccino - sostengono i rappresentanti delle tre organizzazioni agricole - ma siamo consapevoli che i tempi non sono brevi, perché le procedure pubbliche non sono velocissime".

Per questo, sempre secondo Coldiretti, Cia e Confagricoltura "è necessario nel frattempo mettere in sicurezza gli allevamenti contrastando il rapido diffondersi del morbo, trattando gli allevamenti con i repellenti - ce ne sono diversi efficaci - che vanno distribuiti alle aziende zootecniche dalla regione. Questi hanno un'efficacia di circa 25-30 giorni, e garantirebbero la copertura fino all'arrivo del vaccino".

Nei prossimi giorni le organizzazioni agricole, che hanno chiesto di essere informate sulle attività che si stanno mettendo in campo per fermare la blue tongue, incontreranno in videoconferenza il direttore del servizio di Sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare dell'assessorato alla Sanità, Antonio Montisci.