Le nuove norme sulla riproduzione animale si erano annunciate come una rivoluzione epocale, ma all’indomani della emanazione del decreto 52 dell’11 maggio 2018, con il quale si dettavano queste nuove regole, poco era cambiato.
In sintesi si sanciva uno stop al regime monopolistico dell’Associazione italiana allevatori nella guida dei percorsi di selezione e miglioramento genetico, prevedendo al contempo la nascita di nuovi enti selezionatori.

Insomma c’erano tutti gli elementi per un "rumoroso" stravolgimento, mentre invece sul cambiamento è sceso il silenzio.
Poi qualcosa ha iniziato a muoversi. Ad esempio con l’associazione allevatori della razza Pezzata Rossa che si è resa autonoma (si veda AgroNotizie), o con l’associazione degli allevatori della razza Bruna, come riferito anche in questo caso da AgroNotizie.


Appuntamento a Cremona

Per arrivare a una svolta più incisiva era necessario aspettare ancora un po’, ma oggi la “rivoluzione” può avere inizio e a tenerla a battesimo è stata la recente fiera internazionale zootecnica di Cremona.
Una fiera diversa dal solito, visto che la pandemia ha costretto prima a un rinvio e poi a un annullamento dell’incontro fieristico in presenza. Ma con caparbietà si è deciso di non disperdere le energie già messe in campo e gli organizzatori della manifestazione si sono “inventati” una versione digitale della fiera.
Come per altri appuntamenti fieristici si è fatto ricorso agli incontri e alle presentazioni via web, che pur fra qualche difficoltà tecnica e qualche caduta di rete, hanno colto nel segno e raccolto molte adesioni.


E’ arrivata Frisitali

Formula seguita anche per illustrare il progetto, già operativo, di Frisitali, la neonata associazione degli allevatori della razza Frisona, che ha già in mano il via libera ministeriale per definirsi “ente selezionatore” e procedere con la realizzazione del proprio Libro Genealogico e per avviare i programmi di selezione e miglioramento di questa razza.
Molti dettagli su Frisitali sono già stati anticipati da AgroNotizie, ma molti altri ne sono stati evidenziati dai numerosi interventi che hanno animato l’incontro cremonese.

Indipendenza, trasparenza e credibilità sono i pilastri su quali si basa l’attività della neonata associazione, come ha ricordato con orgoglio e passione la presidente di Frisitali, Elisabetta Quaini.
Un’associazione di allevatori di successo, orientati al futuro”, sono le sue parole, per costruire un modello a basso costo (i suoi dirigenti non percepiscono emolumenti), in grado di offrire servizi migliori e utili, con una struttura snella, che garantisca efficacia ed efficienza.
Magari con una visione del futuro altrove assente, per mantenere la zootecnia italiana sulla vetta della genetica mondiale.
A decidere se queste promesse saranno mantenute saranno gli allevatori, liberi di scegliere dove i servizi e i dati necessari alla selezione siano più affidabili.


Entra in gioco Synergy

Obiettivi ambiziosi, si dirà. Ma per raggiungerli ecco la messa a punto di Synergy, strumento per condividere i risultati e ottimizzare le risorse a disposizione fra le realtà della zootecnia impegnate nella selezione e nel miglioramento genetico.
Strumento nel quale confluiscono già altre associazioni di razza e fra queste la Bruna. Ed è proprio il direttore di quest’ultima, Enrico Santus che si è accollato il compito di guidare Synergy come presidente.
E’ lo stesso Santus a precisare che la nascita di questa nuova figura, un’unione per i servizi alla selezione e alla biodiversità, è dettata dalla consapevolezza della continua erosione delle risorse economiche disponibili, insieme alla volontà di raccogliere una sfida di indipendenza e autonomia, che evitino l’isolamento della nostra zootecnia.

Precisando al contempo che Synergy non è un’alternativa all’Associazione italiana allevatori, non fa controlli funzionali, non ha contatti diretti con gli allevatori (compito delle singole associazioni di razza), non interferisce con l’indipendenza degli enti selezionatori. Non fa nemmeno sperimentazione, ma applica i risultati delle ricerche.
Dopo aver precisato cosa Synergy non è, ecco puntualizzato che si tratta di un organismo libero e indipendente, un’officina tecnica aperta a tutti per evitare duplicazioni e sovrapposizioni.
Una “rivoluzione” per l’Italia, ma già con una lunga storia in altri paesi, dove esperienze analoghe sono presenti da tempo, come in Svizzera (Qualitas), negli Usa (Cdcb), in Canada (Lactanet), o in Francia (Geneval).
 

Una sintetica descrizione di Synergy
(Fonte: E. Santus - Anarb)


E che rivoluzione sia

Ora il cambiamento può davvero iniziare per la genetica bovina italiana e l’entusiasmo per questa novità lo si coglie dalle adesioni da parte di allevatori, esclusi in passato dai processi decisionali che riguardano i temi della genetica.
Un segmento, questo della selezione in campo bovino, dove la presenza di più protagonisti può accentuare la competizione.
Più concorrenza quasi sempre si traduce in migliori servizi e maggiori opportunità per chi acquista questi servizi. Nel nostro caso gli “acquirenti” sono gli allevatori. E allora, che la “rivoluzione” abbia inizio, finalmente.