Sono molte le fandonie, fake news per dirla con un anglicismo alla moda, che circolano sul ruolo degli allevamenti nell'aumentare l'inquinamento dell'aria, in particolare con l'emissione di gas climalteranti.

Ora gli allevamenti sono, come sempre, in piena attività, e i dati raccolti in queste settimane dicono che livelli di biossido di azoto, un marcatore dell'inquinamento, si sono ridotti, come mostrano le immagini del satellite Sentinel 5 del programma europeo Copernicus.
Dunque le principali origini dell'inquinamento sono altrove, le lavorazioni industriali e il consumo di combustibili fossili per l'autotrazione, ad esempio.

Le accuse rivolte agli allevamenti sono pertanto ingiustificate e la stessa cosa vale per i fantasiosi collegamenti tra allevamento ed emergenza da Covid-19.
Stupisce ancor più che supposizioni palesemente infondate su questi temi possano trovare ospitalità in alcune trasmissioni televisive a larga diffusione.


Alzate la voce

Gli allevatori, tramite le loro rappresentanze, hanno alzato la voce per denunciare come la tentazione dei media di catturare ascolti abbia prevalso sulla necessità di una attenta verifica delle fonti.

La carne e il latte italiani, ha tenuto a precisare con un suo comunicato Coldiretti, nascono da un sistema di allevamento che per sicurezza e qualità non ha eguali al mondo.
"Scegliere carne made in Italy - ha aggiunto il presidente Coldiretti Ettore Prandini - significa anche sostenere un sistema fatto di animali, di prati per il foraggio e soprattutto di persone impegnate a combattere lo spopolamento e il degrado ambientale anche in aree difficili".

Posizioni analoghe sono state espresse dalla filiera produttiva rappresentata da Agrinsieme e dalla compagine industriale del mondo della carne (Assocarni, Unaitalia, Assica, Carni sostenibili), del settore lattiero (Assolatte) e del settore mangimistico (Assalzoo). Elenco al quale si è aggiunto quello dell'Unione italiana filiera delle carni (Uniceb)

E' loro la firma sulle lettere inviate ai vertici di Rai e del dicastero agricolo nelle quali si lamenta l'inaccettabile atteggiamento con il quale si rappresenta "un pericoloso quanto insussistente collegamento fra zootecnia ed epidemia da coronavirus".
 

Importanza strategica

L'emergenza sanitaria ha però fatto emergere l'importanza e la centralità dell'agricoltura e degli allevamenti, evidenziandone il ruolo strategico nell'economia della nazione.
Vale per la carne come pure per il latte che oggi si trova ad affrontare una difficile sfida di mercato, dovendo confrontarsi con una enorme massa di prodotto di importazione ceduto a prezzi bassi.

Inoltre la caduta dei consumi conseguente alla chiusura di bar e ristorazione sta creando eccedenze di prodotto sul mercato, accentuato da un importante e immotivato ricorso al prodotto di importazione.
Non solo si è messa in difficoltà la capacità di assorbimento del latte, con il rischio di sprechi ingiustificabili, ma si sono create le condizioni per una caduta dei prezzi, che mette a rischio la stessa sopravvivenza dei nostri allevamenti.
 

Un appello

Nasce da qui l'appello ai consumatori nel dare preferenza al prodotto nazionale e al contempo l'invito alle industrie del latte a non sfruttare l'attuale emergenza per ottenere un vantaggio momentaneo.
Un appello che AgroNotizie ha già lanciato da tempo.

Se sarà inascoltato, si rischia la chiusura di altri allevamenti, dopo i molti che già in passato hanno dovuto cedere le armi di fronte a un mercato sempre più difficile e avaro.
Si potrebbe allora rimpiangere la carenza di latte italiano, indispensabile per la produzione delle nostre eccellenze alimentari.

Con il timore poi che i primi a chiudere siano gli allevamenti di montagna o che insistono su aree marginali, quelle più a rischio di degrado ambientale per l'assenza dell'uomo e delle sue attività.
Perché, non bisogna dimenticarlo, le attività zootecniche rappresentano una delle poche risorse economiche in grado di contrastare l'abbandono e il conseguente dissesto idrogeologico.

In più la presenza degli animali allevati, come dimostrano numerose ricerche, consentono di contenere la diffusione di specie vegetali e animali alloctone, altrimenti invasive.
 

Più rispetto

L'allevamento degli animali da reddito ha dunque un'importanza che va molto al di là del valore della loro produzione.
Il loro apporto andrebbe valutato oltre che in termini economici anche per gli aspetti ambientali e sociali.

Allevamenti e allevatori meritano dunque il giusto rispetto per quanto fanno, oggi ancor più di ieri.
Più rispetto anche e soprattutto da chi fa informazione.