In Sardegna un nuovo spettro si aggira tra gli allevamenti: il virus di blue tongue che sta nuovamente prendendo piede in Ogliastra, ma che minaccia tutti gli allevamenti dell'isola.

Indennizzi per i capi morti ed il mancato reddito conseguente al decesso delle pecore e vaccinazione dei bovini per non bloccarne la movimentazione, sono queste le richieste portate in assessorato alla Sanità della Regione Sardegna dalla Coldiretti regionale per dare risposte agli allevatori ancora una volta flagellati dall'epidemia della lingua blu.

A preoccupare adesso è il sierotipo 4 del virus che ha già portato alla morte di oltre 170 pecore, mentre si contano 185 focolai con 9mila capi con la sintomatologia riconosciuta. Un potenziale non più sottovalutabile, pur a fronte del grande patrimonio ovino dell'isola: oltre 4,7 milioni di pecore.

Ma i numeri dell'infezione, secondo la Coldiretti Sardegna, sono cresciuti nel giro di pochi giorni e vanno a colpire un comparto già annientato da una annata pessima a causa della remunerazione del latte sotto i costi di produzione e le varie calamità naturali che si sono susseguite in pochi mesi: nevicate, gelate e siccità.

"Siamo seriamente preoccupati" sostiene il presidente della Coldiretti Sardegna Battista Cualbu. "Abbiamo chiesto alla regione che occorre garantire, in via straordinaria, vista l'emergenza, la vaccinazione dei bovini nelle aree infette per scongiurare il pericolo di blocco della movimentazione che interessa dai 10 ai 12mila capi. Il blocco sarebbe un danno gravissimo perché comporterebbe non solo mancati introiti, ma anche maggiori costi visto che si dovrebbe spendere per comprare mangimi e foraggio in una stagione in cui i costi sono saliti alle stelle a causa della siccità. Per animali, tra l'altro, che andrebbero fuori mercato".

"La Giunta deve già programmare gli indennizzi causati ai pastori sia dalla morte delle pecore - evidenzia il direttore della Coldiretti Sardegna Luca Saba - ma anche dal mancato reddito. La lingua blu, come purtroppo già sappiamo, causa gravissimi danni nei capi. Nella maggior parte dei casi non muoiono, ma rimangono compromessi e non produttivi. Negli animali in cui è stata riconosciuta la sintomatologia si registrano percentuali di aborti altissime, si parla anche del 70%".

La Coldiretti ha chiesto anche che sia dato agli allevatori un repellente che possano somministrare loro stessi agli animali per prevenire il mordo, trasmesso dai moscerini del genere Culicoides.
Inoltre, visto il rapido diffondersi e le diverse epidemie scoppiate negli ultimi anni, che fanno vivere nell'incertezza gli allevatori, è stato chiesto anche un monitoraggio continuo e costante degli allevatori per scongiurare altre esplosioni.