Nel patrimonio genetico zootecnico toscano sono molte le razze autoctone considerate in via di estinzione e conservate grazie all'azione di allevatori custodi.

Tra le razze bovine si possono ricordare la calvana, la garfagnina, la maremmana, la pisana, la pontremolese e la romagnola.

Per le razze ovine l'appenninica, la garfagnina bianca, la pecora dell'Amiata, la pomarancina, la zerasca e la massese.

Si hanno poi la capra della Garfagnana, il cavallo maremmano e il monterufolino,il cavallo appenninico e l'asino dell'Amiata e, forse il più famoso tra tutti, il maiale di Cinta senese.

La conservazione di queste risorse genetiche è garantita anche tramite il sostegno di una specifica misura del Piano di sviluppo rurale della Toscana misura 10.1.4 che prevede un premio annuale per il mantenimento dei riproduttori di queste razze che varia da 200 a 500 euro ad Uba a seconda della razza.

Un sistema di tutela che, in due decenni di attività, ha dato ottimi risultati, con 21 razze tutelate e oltre 200 agricoltori custodi, contando quelli che si occupano anche della tutela delle varietà vegetali. 

Il bando 2017 chiuso a giugno di quest'anno prevedeva una dotazione di 200mila euro all'anno per cinque anni, per complessivo 1 milione di euro. Risorse che si sono dimostrate essere non sufficienti per soddisfare tutte le richieste degli agricoltori.

Con una delibera di fine agosto la Regione Toscana anche su richiesta della Coldiretti ha incrementato la dotazione finanziaria di 3 milioni di euro, garantendo uno stanziamento di 4 milioni complessivi per la misura.