Fra meno di un secolo la temperatura media aumenterà in tutto il mondo fra 1,4 e 5,8 gradi. Cambieranno al contempo gli eventi atmosferici, in alcune regioni pioverà di più, in altre meno. E aumenteranno gli eventi climatici estremi.

In questo nuovo scenario l'agricoltura sarà chiamata a nutrire una popolazione raddoppiata, dagli attuali sette miliardi di individui ai 15 miliardi del 2100. Riuscirà ad assolvere questa missione, all'apparenza impossibile?
 

Il congresso Aspa

La scienza dice sì e lo ha ribadito in occasione del recente 22esimo congresso dell'Aspa, l'Associazione per la scienza e le produzioni animali, che si è tenuto a Perugia dal 13 al 16 giugno.

In questa occasione si sono ascoltati i contributi di oltre 800 fra scienziati, docenti, ricercatori, e operatori del settore di tutto il mondo, che hanno firmato le 18 relazioni introduttive, le 181 comunicazioni e i 154 poster sui quali si è articolato il congresso.


Genetica, chiave di volta

La prima risposta che l'agricoltura e l'allevamento degli animali darà al mutare delle esigenze nutritive del pianeta arriverà attraverso la genetica.
Lo ha messo in luce la relazione dei ricercatori etiopi, kenioti e inglesi che insieme hanno firmato l'analisi sull'adattamento genetico degli animali ai mutamenti climatici.

E' accaduto in passato e accadrà in futuro, purché si preservi il patrimonio genetico racchiuso nella biodiversità animale e vegetale.
Molto potrà poi fare l'uomo con la genomica applicata ai programmi selettivi e di miglioramento genetico.


Alimentazione di precisione

Se la genetica promette animali adattati all'ambiente, più resistenti e più produttivi, la scienza deve al contempo mettere a disposizione di questi animali alimenti che rispondano al meglio alle loro esigenze nutritive.
Vale per tutti e in particolare per le vacche da latte, dove si fanno strada le conoscenze sull'alimentazione di precisione.

Anche questo un tema affrontato dal congresso Aspa, che ha evidenziato la necessità di spostare l'attenzione dalla mandria al singolo individuo per meglio soddisfarne i fabbisogni. Si otterrà più efficienza produttiva e minore impatto ambientale.


Qualità e sicurezza

Non sono mancati approfondimenti su temi centrali, come la qualità delle produzioni animali o la gestione del rischio.
L'Italia in questo campo può vantare livelli di eccellenza che più di un intervento hanno messo in evidenza.

Un dato per tutti, l'attesa di vita della popolazione italiana, ai primi posti nel mondo, è una diretta conseguenza dello stile alimentare basato sulla dieta mediterranea.
A questo proposito si è ribadita l'importanza della componente carne, troppe volte messa inutilmente in discussione.


Meno antibiotici

Non poteva mancare un tema di stretta attualità come la riduzione del consumo di antibiotici.
Gli strumenti a disposizione sono molteplici e fra questi l'alimentazione gioca un ruolo strategico.

Da una parte esistono alimenti "eubiotici", capaci di pilotare le attività del tratto gastrointestinale al fine di ridurre l'insorgenza di patologie a suo carico, dall'altro gli interventi diretti sulla alimentazione, con adeguati razionamenti, utilizzando, ma è solo un esempio, acidificanti o proteine ad alta digeribilità.
Tutti argomenti di grande complessità, sui quali si sono soffermati molti dei contributi presentati al congresso Aspa.


Allevamenti e ambiente

Altro tema di attualità è quello relativo alla sostenibilità delle produzioni animali, argomento difficile da affrontare per l'assenza di indicatori specifici ai quali fare riferimento.
Come resta aperto il capitolo del differente impatto ambientale fra le diverse specie animali di interesse zootecnico.

Si ha tuttavia un punto di riferimento certo sul quale lavorare. Un'alimentazione equilibrata, sana, che riduca al necessario gli apporti di nutrienti agli animali, non solo evita sprechi, ma riduce al contempo l'impatto dell'allevamento sull'ambiente. E su questo fronte la scienza sta lavorando alacremente. I contributi presentati al congresso di Aspa sono lì a testimoniarlo.