Il primo marzo 2017, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nella federazione Coldiretti di Nuoro Ogliastra, è stato presentato un progetto innovativo: "Insects from food-waste recycling for feed" che prevede la produzione di mangime per animali dai rifiuti organici grazie a degli insetti.
La prima fase di questo progetto è finanziata dal programma "Azioni cluster topdown" del Piano operativo regionale - Fondo europeo sviluppo regionale della Sardegna 2014-2020.

Alla conferenza stampa hanno partecipato il presidente e il direttore della Coldiretti Nuoro Ogliastra Simone Cualbu e Alessandro Serra, il docente di entomologia dell'Università di Sassari Roberto Pantaleoni, il sindaco di Ollolai Efisio Arbau e il rappresentante della cooperativa Acanthus Giovanni Barmina.
 
In un'economia circolare si utilizzano insetti per il riciclo di rifiuti organici e la produzione di proteine per mangimi. Il tutto utilizzando impianti da biogas alimentati con gli scarti delle stesse biomasse.
Un progetto pilota innovativo e dai grossi risvolti economici ed ambientali in quanto mira a dimostrare sulla base di prove sperimentali, la qualità, l'economicità e l'efficacia degli insetti come proteine per mangimi e della loro salubrità.
 
Il progetto
Prevede la realizzazione di un impianto pilota a Ollolai dove saranno conferiti materiali da riciclo (vinacce di risulta, "tritati" di palma da potatura, residui alimentari di origine domestica): biomasse umide e secche che rappresenteranno le diverse diete per il coleottero Tenebrionidae che a sua volta diventerà mangime tal quale o sfarinato per gli animali di diverse aziende del territorio.
Il tutto prevede anche un trattamento preliminare della biomassa umida per una sua trasformazione in dieta secca e l'essicazione e liofilizzazione degli insetti utilizzando impianti di biogas (o idrogeno) alimentati con gli scarti delle stesse biomasse o con una sapiente integrazione di biomasse disponibili nel territorio.

Il progetto avrà una durata di 18 mesi.

Il team
A portare avanti questa idea innovativa è una squadra qualificata coordinata dalla cooperativa Acanthus di Olmedo e composta dai quattro maggiori organismi di ricerca della Sardegna: l'Università di Sassari, l'Agris, il Cnr e l'Università di Cagliari, oltre che dalla Coldiretti Nuoro Ogliastra, il Consorzio Bim Taloro ed il Comune di Ollolai.

Sono coinvolte diverse realtà imprenditoriali che vanno dagli allevatori (nelle aziende in cui saranno sperimentati i mangimi), alla cantina Fradiles di Atzara, la cooperativa Acanthus, la Chilivani ambiente Spa, che forniranno la materia prima, il mangimificio Profenda per l'uso di farine di insetto e la Termoplast che produce buste compostabili, interessata al recupero dei residui alimentari domestici.
 
Le prospettive: soddisfare la zootecnia affamata di proteine
In Sardegna la produzione di insetti "for feed" avrebbe grandi vantaggi. Vi è infatti una grande disponibilità di biomasse organiche potenzialmente utilizzabili (basti pensare ai residui delle industrie olearie e vitivinicole, ai trinciati vegetali, ai residui alimentari domestici) e contemporaneamente una fiorente industria zootecnica "affamata" di proteine che, al momento, sono reperite sul mercato mondiale tra quelle di origine vegetale creando un'importante voce negativa della bilancia commerciale.
 
Gli ostacoli: norme limitanti
Quello che frena la nascita di allevamenti massali di insetti "for feed" è rappresentato essenzialmente da un mercato ancora asfittico, limitato da una scarsa consuetudine del consumatore con il prodotto e compresso da una normativa particolarmente restrittiva ed un po' in ritardo rispetto ad altri paesi avanzati. Al momento le farine di insetti sono consentite in Italia solo per itticoltura, animali da compagnia e sono in via di approvazione per allevamenti avicoli.
In particolare a livello europeo rimangono saldi i timori di rischi chimici e microbiologici che i prodotti a base di insetti potrebbero presentare.
 
L'innovazione: una dieta secca per gli insetti
Il progetto si basa su un'idea innovativa nella scelta di insetto e dieta e, grazie a questa, vuole affrontare le due principali difficoltà del mercato convincendo il consumatore, sulla base di prove sperimentali, della qualità, economicità ed efficacia degli insetti come proteine per mangimi e della loro salubrità.

Finora per la degradazione di substrati "umidi" sono state allevate specie di insetti adatte a tali substrati (essenzialmente ditteri). Nonostante queste forniscano ottime prestazioni per resa e qualità, la dieta umida presenta reali problematiche sanitarie di tipo chimico e microbiologico. Un trattamento preliminare della biomassa umida per una sua trasformazione in dieta secca comporterebbe invece, con la sua sola realizzazione, un abbattimento della carica batterica ed una decisa diminuzione di alcuni contaminanti chimici (soprattutto agrofarmaci). 

Biogas per alimentare gli essiccatoi 
Tenebrio molitor, coleottero Tenebrionide ben noto, è invece un'ottima opzione per l'allevamento su diete secche; ed anche a fronte di una certa lentezza di sviluppo rappresenta una specie allevabile con estrema facilità ed economicità.
I consumi energetici legati al trattamento delle biomasse per la produzione di diete potranno essere recuperati facilmente attraverso impianti a biogas alimentati con scarti delle stesse biomasse, o con una sapiente integrazione di biomasse disponibili nel territorio. La tecnologia per questa produzione di energia è già disponibile e non farà parte degli obiettivi del progetto.
 
Obiettivi della sperimentazione
Il progetto fornirà indicazioni preziose sui processi da adottare per la produzione di proteine da insetti. L'ampia gamma di diete che verrà sperimentata, permetterà di conoscere le rese di ciascuna e di programmare un'integrazione delle varie biomasse localmente disponibili.

L'analisi dei rischi chimici e batteriologici fornirà le basi scientifiche per una più rapida predisposizione della attesa normativa per l'utilizzo degli insetti come mangime zootecnico per gli avicoli e per rassicurare l'opinione pubblica e le associazioni dei consumatori, che appaiono comunque ben disposte verso l'economia circolare volta a ridurre gli sprechi alimentari.
Con l'acquisizione di queste conoscenze, il lancio di una produzione di insetti dovrebbe essere possibile anche in presenza di un mercato abbastanza chiuso. In prospettiva essere già attivi nel momento del suo prevedibile ampliamento fornirà un vantaggio decisivo all'azienda che attiverà l'impresa.