Il prezzo del latte continua ad aumentare. La media europea ha toccato in settembre quota 27,8 euro per 100 kg, con un incremento del 5,2% rispetto al mese precedente. Lo si desume dai dati rilevati dall'Osservatorio sul latte della Commissione europea.
Un trend che ritroviamo, accentuato, nelle quotazioni del latte spot, quello venduto fuori contratto. In Olanda si è giunti il 20 novembre a 41 euro al quintale e prezzi ancora più alti li ha toccati il prezzo del latte spot italiano, che sulla piazza di Lodi ha raggiunto alla stessa data i 43,3 euro al quintale.

Cresce solo il latte spot
E' da inizio estate che il prezzo del latte spot in Italia è in crescita. Non accade altrettanto per il latte contrattualizzato.
Lo evidenziano con efficacia le tabelle elaborate da Clal, che mettono a confronto questi due mercati.
Si scopre così che in ottobre il prezzo del latte in Lombardia, fermo a 36,29 centesimi al litro, è sceso del 2,68% rispetto all'anno precedente. Al contrario il latte spot, che ha raggiunto quota 44,59 centesimi al litro, è cresciuto del 24.46%.

Riaprono i magazzini
La crescita del prezzo del latte sui mercati europei ha portato alla decisione di aprire le gare per il latte in polvere, oggi conservato nei magazzini comunitari.
Da venerdì 25 novembre e sino al 13 dicembre gli operatori potranno presentare le loro offerte.
Al momento l'entità della gara è limitata al 6% sul totale di 335mila tonnellate di latte in polvere. A tanto ammontano gli stoccaggi comunitari dopo le manovre di intervento sul mercato del settembre 2014.

Parola d'ordine, aggregarsi
Si spera che questa decisione non allenti la crescita del mercato, sospinta da un aumento della domanda di latte che in via teorica dovrebbe favorire nuovi contratti a prezzi crescenti. Ma così non è.

L'ultimo accordo che allevatori e industrie del latte hanno siglato in Lombardia risale a molti mesi addietro e non trovano spazio i tentativi di riaprire un tavolo di trattative.
Un immobilismo che si vorrebbe attribuire alla rigidità delle industrie del settore, cosa vera, ma solo in parte. Il mondo produttivo stenta ad aggregarsi come dovrebbe, riducendo al lumicino la propria forza contrattuale. Un “male” che in Italia si fa sentire con prepotenza, ma che non risparmia gli altri paesi della Ue.

Pacchetto latte al giro di boa
Così la Commissione europea ha deciso di anticipare la “seconda fase” del pacchetto latte, quello deciso nel 2012 e che predispone una serie di misure per rafforzare la posizione contrattuale degli allevatori.

Inizialmente era previsto che questa seconda fase si aprisse nel 2018, ma le difficoltà che ancora insistono sul settore lattiero caseario hanno indotto il commissario all'Agricoltura, Phil Hogan, a stringere i tempi e presentare ora la seconda relazione sul “pacchetto latte”.
Dopo tre anni dal varo, vi si legge, i produttori utilizzano in modo crescente la negoziazione collettiva, attraverso le organizzazioni dei produttori. Ma le persistenti difficoltà del lattiero-caseario inducono ad aumentare l'impegno a sostegno del settore.

Le dichiarazioni di Hogan
La relazione – ha affermato Hogan - evidenzia le misure che possiamo adottare al livello dell'Ue per garantire ai produttori di latte una migliore posizione nella filiera.
Facendo seguito alla relazione della task force sui mercati agricoli della scorsa settimana, la presente relazione è la riprova della necessità di un intervento politico nell'ambito del programma di lavoro della Commissione per il 2017
”.

Un rimprovero all'Italia
Le leve sulle quali si intende agire sono ancora una volta le organizzazioni dei produttori e la contrattazione collettiva. La relazione evidenzia come entrambe non siano ancora utilizzate appieno, un appello indirizzato a tutti i paesi della Ue, che nel caso dell'Italia e dei suoi ritardi su questo fronte, suona come un rimprovero.

Nuovi ruoli
Con la seconda fase del pacchetto latte gli Stati sono incoraggiati a favorire la creazione delle Op, anche con azioni collettive che vadano al di là della contrattazione collettiva.
In pratica un'apertura ad ampliare il ruolo delle organizzazioni interprofessionali. Servirà tempo e il pacchetto latte potrebbe estendere la sua applicazione oltre la scadenza iniziale, prevista per il 2020.
Almeno per quella data cerchiamo di farci trovare con una bella rosa di OP latte che non siano tali solo sulla carta.