In Sardegna, nel giro di un anno, il prezzo del Pecorino è diminuito, trasportando con sé le quotazioni del latte ovino che, per la prossima campagna produttiva 2017 (febbraio-agosto), ormai alle porte, è stimato possa essere pagato tra i 50 ed i 55 centesimi al litro. Un prezzo da chiusura degli allevamenti, secondo la voce che gira insistentemente in Sardegna, contro un prezzo pagato ancora nei primi mesi del 2016 di un euro e 10 centesimi al litro ed una linea di pareggio di bilancio degli allevamenti non inferiore ai 70 centesimi.
Intanto la Regione Sardegna si appresta a varare definitivamente l'Organismo interprofessionale, mentre irrompe la vicenda del prezzo del latte, che ha scatenato la reazione della Coldiretti regionale.
 
"Stiamo rileggendo sempre le stesse pagine del solito libro, dove i protagonisti sono i trasformatori che dopo aver privatizzato gli utili adesso socializzano le perdite alle spalle dei pastori e dei sardi". Non usa giri di parole il presidente della Coldiretti Sardegna Battista Cualbu nel ribadire ed evidenziare la situazione paradossale che si sta vivendo nel comparto agropastorale sardo.
 
"I trasformatori hanno accusato per circa un anno i pastori di produrre troppo latte e con quella scusa hanno abbassato il prezzo del latte in modo preventivo - ricorda il presidente - oggi, per ammissione degli stessi trasformatori, emerge che sovrapproduzioni non ce ne sono state, ma che anzi si è prodotto molto Pecorino romano a causa della loro disorganizzazione".
 
"Da quando hanno cominciato a parlare di sovrapproduzioni, il Pecorino romano è passato dalla quotazione di oltre 9,5 euro al chilogrammo ai circa 6,50 di adesso - precisa il direttore della Coldiretti Sardegna Luca Saba - questo fatto è costato al comparto oltre 100 milioni di euro. Perdite che non vanno addebitate ai produttori di latte, ma solo a chi non ha saputo programmare". 
 
In effetti, il programma di produzione del Consorzio del Pecorino romano, aveva un tetto di 270mila quintali, ma ne sono stati prodotti invece circa 100mila in più.
 
"La Regione deve esercitare il suo ruolo tutelando tutte le parti della filiera - avverte Battista Cualbu - per questo è impensabile che non si realizzi nessun intervento di aiuto di credito nei confronti della trasformazione senza una obiettiva e dignitosa ricaduta per tutta la filiera".
 
"Che senso ha oggi parlare di interprofessionale con l'incertezza e la confusione che regna nel comparto e con i pastori che si vedono blandire le caparre come ricatto per sottoscrivere contratti del latte a prezzi assurdi" ha affermato venerdì 21 ottobre 2016 il presidente della Coldiretti regionale a Cagliari, durante l'incontro convocato dall'assessore all'Agricoltura sull'accordo interprofessionale.
Un'affermazione che suona come una risposta forte contro ogni tipo di speculazione.