Rieccole le quote latte con il loro corredo di multe. Questa volta nel mirino non ci sono gli allevatori, ma l'Italia, rea di non aver rispettato le regole e essersi “dimenticata” di far pagare quanto dovuto agli allevatori che hanno prodotto più latte rispetto al dovuto.

A dire il vero non è una sorpresa. Nel 2013, quando le quote latte erano ancora in vigore, la Commissione europea inviò all'Italia una lettera di costituzione in mora, primo passo della procedura di infrazione. Questo perché dal 1999 al 2009 l'Italia ha prodotto più latte del dovuto (è accaduto anche nel 2015) e alle casse europee sono stati versati i soldi delle multe (2 miliardi e 305 milioni di euro).

Denari che però sono usciti dalle casse dello Stato e non dal portafoglio degli allevatori. Una sorta di aiuto di Stato indebito, che ha falsato la concorrenza sui mercati comunitari. Una situazione iniqua anche nei confronti dei contribuenti italiani, che di fatto hanno pagato le multe latte, cosa messa in rilievo dalla Corte dei conti italiana.

La seconda fase
Alla lettera di costituzione in mora ha fatto seguito nel luglio 2014 un parere motivato, seconda fase della procedura di infrazione. Oggi, a distanza di oltre due anni, la Commissione rileva che l'Italia non ha mostrato alcun progresso di rilievo nel recupero delle multe. La cifra contestata, fra multe già riscosse e cifre inesigibili, è stimata in 1,34 miliardi di euro che andrebbero prelevati dalle tasche degli allevatori.

Un riepilogo e un approfondimento delle tappe che ci hanno portato sin qui si può leggere su AgroNotizie del giugno 2013, su AgroNotizie del 16 dicembre 2013 e infine su AgroNotizie del 27 febbraio 2015.

Verso l'infrazione
Ora si completa l'iter della procedura di infrazione con il deferimento alla Corte di giustizia che dovrà decidere il da farsi. In caso di sentenza avversa il nostro Paese sarà esposto al rischio di una condanna con il conseguente pagamento di penali.

Un'evenienza che sarà possibile evitare solo mandando gli esattori a bussare alle porte delle stalle per recuperare le multe dovute.

Più volte è stata annunciata questa “visita”, avvenuta solo in rari casi. Chiedere oggi soldi agli allevatori, alle prese con una crisi che si prolunga da mesi, appare impresa ancora più difficile che in passato.