Di salute animale si parla da tempo in Europa e negli anni si è accumulata una discreta mole di codici e norme, non sempre di facile interpretazione e applicazione. Ora si tenta di mettere ordine nel settore con un nuovo regolamento, pubblicato il 31 marzo sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea, intitolato “normativa in materia di sanità animale”, relativo alle malattie animali trasmissibili, che modifica e abroga taluni atti relativi a questo argomento. Un documento non privo di inevitabili complessità, che si snoda per 212 pagine e comprende 283 articoli che andranno in vigore dal 20 aprile. Ma per l'applicazione completa di quanto sancito ci saranno cinque anni di tempo. Tanti ne serviranno non solo per dare agli operatori coinvolti il tempo necessario ad adeguarsi, ma anche per stilare gli atti di esecuzione che dovranno essere redatti per rendere applicabili le nuove regole.

Le malattie
Le malattie alle quali il regolamento si riferisce sono in particolare: afta epizootica, peste suina classica, peste suina africana, influenza aviaria ad alta patogenicità, peste equina. A queste si aggiungono altre 39 patologie (contemplate nell'allegato II del regolamento) che vanno dalla malattia di Teschen al virus erpetico delle carpe koi. Per tutte l'obiettivo è quello di migliorarne il rilevamento e il controllo, specie per le patologie emergenti, al fine di ridurne l'insorgenza e la diffusione. Per ottenere questo risultato le attività di polizia veterinaria potranno accedere alle nuove tecnologie, mentre si accentuerà l'identificazione elettronica degli animali. Al contempo sono chiarite le responsabilità di allevatori, veterinari e degli altri operatori della filiera delle produzioni animali.

Le finalità
Garantire la salute degli animali rappresenta un elemento chiave per la competitività della zootecnia europea, nella quale sono attive circa 12 milioni di aziende agricole. Ad essere coinvolti dalle nuove norme sono oltre 100 milioni di capi bovini ai quali si aggiungono 150 milioni di suini e poco meno di cento milioni fra pecore e capre. Ben 1,6 miliardi sono i capi avicoli e nel loro insieme le produzioni animali raggiungono un valore di 149 miliardi di euro. Ogni epidemia che si dovesse presentare nelle stalle europee potrebbe dunque compromettere le sorti di settori che hanno un forte valore economico oltre che sociale. Senza dimenticare le possibili ripercussioni sulla salute umana quando le malattie degli animali rientrano fra le zoonosi. In tema di salute dell'uomo il nuovo regolamento si occupa poi della crescita dei fenomeni di antibiotico resistenza. A questo proposito si definisce come monitorare i patogeni resistenti agli antimicrobici tenendo conto delle altre norme in materia e di quelle allo studio in tema di medicinali veterinari e di mangimi medicati.

I commenti
Accolgo con favore l'adozione della nuova legge sulla salute degli animali che entra in vigore il 20 aprile - ha commentato il commissario europeo per la Salute, Vytenis Andriukaitis - che apre la strada a un sistema più efficiente per combattere le malattie animali trasmissibili” “La legislazione adottata - ha sottolineato Andriukaitis - chiarisce anche la divisione delle responsabilità tra allevatori, commercianti, veterinari e le autorità nazionali e mette in atto strumenti di notifica e sorveglianza migliori per combattere le malattie animali. Questo a sua volta dovrebbe portare a un minor numero di epidemie nei paesi dell'Ue, e contribuire a ridurre gli effetti sociali ed economici garantendo così la competitività e la sicurezza della produzione zootecnica comunitaria.