“Il 2015 ha dimostrato che favorire condizioni di maggiore equilibrio tra offerta complessiva e domanda del mercato è la strada da percorrere, a vantaggio di tutta la filiera produttiva così come dei consumatori”. Queste le parole di Fiorenzo Rigoni, presidente del Consorzio di tutela del formaggio Asiago, sulla base dei dati che hanno evidenziato, nel 2015, una crescita delle produzioni totali che passano da 1.626.526 a 1.642.368 forme, con un aumento dell’1% complessivo rispetto al 2014.

Asiago Dop chiude dunque l’anno appena trascorso in buona salute grazie all’efficace applicazione del piano di crescita programmata, garantendo un trend di sviluppo costante e regolare produzione, vendite ed export.

Grazie alla strategia di sostegno ai produttori e all’azione di valorizzazione attuata nel 2015 dal Consorzio di tutela, l’aumento della produzione si conferma e consolida anche per l’Asiago Dop Prodotto della montagna, interamente prodotto e trasformato al di sopra dei 600 metri in 52.802 forme nelle due tipologie, Fresco e Stagionato.

“In quest’ottica il piano di regolazione dell’offerta varato dal Consorzio rappresenta un imprescindibile strumento per ottenere una crescita a ritmi sostenibili e tutelare il reddito degli allevatori” continua Rigoni. “Questa è la direzione che perseguiremo con energia anche nei prossimi anni”.

Sul mercato interno, il formaggio Asiago può contare oggi su un positivo aumento delle famiglie acquirenti ed un indice di penetrazione sull’universo dei consumatori del 53%, con un aumento del 2,5% rispetto al 2014 (dati Gfk-Eurisko) a fronte del perdurare di un trend di mercato che ha visto la riduzione della spesa media d’acquisto.

Per quanto riguarda i mercati esteri, invece, nell’anno appena passato, si consolidano le esportazioni di formaggio Asiago dimostrando ancora una volta che i fattori di tipicità propri delle produzioni Dop sono l’elemento chiave di successo dell’offerta italiana di qualità nel mondo. I primi dieci mesi del 2015 si chiudono con un +6% della vendita a volume mentre sono da sottolineare, tra i Paesi più dinamici del 2015, l’Australia e le conferme dei mercati svizzeri, francesi, tedeschi e statunitensi.