Siamo lontani dai massimi dello scorso anno, ma i prezzi dei suini vivi hanno ripreso a salire da inizio anno. Le ultime quotazioni del vivo in Olanda parlano di 1,12 euro al kg a metà aprile e 1,18. euro in Spagna. Quotazioni ancora più alte in Italia dove a fine aprile si è arrivati a 1,3 euro per i suini pesanti. Segnali positivi che hanno indotto la Commissione europea ad interrompere gli aiuti allo stoccaggio privato delle carni. Una misura di sostegno al mercato avviata il 9 marzo per bilanciare gli effetti di un mercato in “caduta libera”. Un provvedimento che si è dimostrato efficace, come dimostra l'evoluzione dei prezzo in queste ultime settimane. Ma ora che il risultato è raggiunto gli aiuti si interrompono, prendendo atto che gli stessi operatori non ricorrono più all'ammasso privato.

I numeri degli stoccaggi
Nelle sette settimane di apertura sono state avviate allo stoccaggio 65mila tonnellate di carni suine che rientreranno nei circuiti di commercializzazione solo dopo 3 o 5 mesi.
Sono 18 i Paesi, e fra questi l'Italia, che hanno fatto ricorso allo stoccaggio e le quantità maggiori di carne sono giunte dalla Danimarca che ha contribuito con oltre 15mila tonnellate. Al secondo posto la Spagna con quasi 14 mila tonnellate, seguita da Germania e Spagna, entrambe con oltre 7mila tonnellate di cane destinate ai magazzini comunitari. Quinto posto per l'Italia che ha conferito all'ammasso 5.425 tonnellate di carne.

La parola ai mercati
Ora che il “paracadute” comunitario si è chiuso non resta che sperare nella tenuta dei prezzi. Lo scorso anno l'inizio estate si è presentato per il mercato suino con un andamento positivo, per poi calare prima dell'autunno, ripetendo una ciclicità ormai consolidata. Ma non è detto che la stessa cosa possa ripetersi. Troppe le variabili in campo in un mercato sempre più sensibile a quanto avviene ad ogni latitudine.