Colpa dello Stato che non è passato alla riscossione delle multe latte. No, colpa della Lega che si è schierata al fianco degli allevatori che producevano troppo latte. No, colpa della mala gestione confermata dalle sentenze del Tar. No, colpa delle statistiche sbagliate e delle truffe che gonfiavano produzioni inesistenti come dimostrano le indagini dei Carabinieri. E poi, colpa delle multe non riscosse se adesso ci tocca pagare l'Imu. Eccolo qui lo scaricabarile che si è fatto sulle quote latte. E oggi si replica con nuove accuse a destra e a manca, ognuno a far valere le proprie ragioni, vere, presunte o pretestuose che siano. Ma che non mettono a tacere né la Corte dei Conti, né la Commissione europea. La prima, cioè la Corte dei Conti, si era già espressa sull'argomento puntando il dito sulle inefficienze del sistema, costato enormi danni alle casse dello Stato, come ricordato nel 2013 da Agronotizie. La seconda, la Commissione europea aveva già inviato nel giugno del 2013 una lettera di costituzione in mora verso l'Italia. Un anno dopo, nel luglio 2014, si replicava con un “parere motivato”, come si definisce il passaggio successivo e preliminare rispetto ai procedimenti di infrazione. L'Italia balbettò alcune scuse, accampò ragioni e promise rimedi. Insufficienti. E ora si fa sul serio con il deferimento alla Corte di Giustizia. La notizia è di questi giorni e chiama in causa i 2,305 miliardi di euro che l'Italia ha versato alle casse europee fra il 1995 e il 2009 senza pretenderne, se non in minima parte, la restituzione dagli allevatori multati. In ballo, scrive la Commissione, ci sono 1,752 miliardi di euro non ancora recuperati. Cifra che si assottiglia sino a 1,343 miliardi se si tiene conto delle cifre inesigibili e delle multe che gli allevatori stanno ancora pagando con le procedure di rateizzazione.

Il balletto delle cifre
A fronte di alcuni allevatori che hanno prodotto più latte del consentito, evidenzia Coldiretti, si contrappone la maggioranza degli allevatori di bovine da latte che per mettersi in regola hanno investito ingenti capitali comprando o affittando quote per un valore di 2,42 miliardi di euro. Dall'altra parte, afferma sempre Coldiretti, ci sarebbero appena 2000 allevatori inadempienti e circa 600 fra questi avrebbero multe per oltre 300mila euro. Un rapido calcolo fa presumere che i rimanenti 1400 allevatori avrebbero multe per oltre 900mila euro a testa. Impensabile. Sempre difficile quando si parla di quote latte e multe trovare cifre concordanti fra loro, ma tant'è. Nel frattempo tutti, o quasi, a sgolarsi sulla necessità di far rispettare le regole, tutelare i produttori onesti, recuperare le somme dovute. Più che giusto, come non essere d'accordo. Ma non è la prima volta che si grida allo scandalo per le multe mai pagate. Un ritornello sentito tante volte che ne abbiamo perso il conto. A ogni venticello di rimprovero comunitario si è gridato da ogni dove quanto fosse necessario punire gli allevatori indisciplinati e magari premiare quelli attenti alle regole. Salvo girarsi dall'altra parte il giorno dopo e dimenticarsi del problema. Tante minacce di giri di vite, di esattori pronti a bussare alle porte delle stalle, ma poi è rimasto tutto come prima. Certo, così facendo si è evitato che la “botta” delle multe mettesse la parola fine su stalle in piena attività, con le immaginabili conseguenze sul piano sociale oltre che economico. Ma il tentennamento dello Stato non è una soluzione. E' un problema sul problema.

Altre multe in arrivo
Le quote ci sono e le multe pure, giuste o sbagliate che siano. Ora la partita si complica, perché la procedura di infrazione e il deferimento alla Corte di Giustizia si possono tradurre in pesanti sanzioni all'Italia. E non è finita qui. Il Sian, il sistema informativo agricolo nazionale di Ismea, ha appena diffuso i dati produttivi aggiornati a dicembre 2014. La produzione rettificata (secondo un algoritmo che tiene conto del contenuto in grasso) da aprile a dicembre è stata di 8,156 milioni di tonnellate, cioè 256mila tonnellate in più rispetto allo stesso periodo della precedente campagna produttiva. C'è un leggero rallentamento, ma la percentuale di crescita resta superiore al 3%. Ciò significa che al 31 marzo, salvo un improbabile crollo delle produzioni, ci troveremo a superare la quota nazionale, fissata a 10,923 milioni di tonnellate per le consegne dirette. La multa, come già anticipato da Agronotizie, potrebbe superare i 55 milioni di euro. Il Commissario europeo all'Agricoltura, Phil Hogan, ci ha promesso la riapertura delle rateizzazioni. Ma come reagiranno gli allevatori? Metteranno mano al portafoglio o decideranno di attendere la visita degli esattori? Difficile dirlo. Ma speriamo che non ci sia bisogno ancora una volta della Corte di Giustizia europea.