Cresce ancora la produzione di latte in Italia, sebbene ad un ritmo di poco inferiore a quello dei mesi precedenti. I dati diffusi dal Sian (il sistema informativo agricolo nazionale che fa capo ad Agea) sulle produzioni di novembre indicano in oltre 855mila tonnellate la quantità di latte prodotta, dato rettificato in funzione del contenuto in grasso, secondo un complicato algoritmo indispensabile per il calcolo delle quote latte. In totale, nella campagna in corso, iniziata ad aprile 2014, la produzione complessiva è di 7,219 milioni di tonnellate. Rispetto ad un anno fa la produzione è cresciuta di circa 235mila tonnellate, il 3,36% in più. Solo un leggero rallentamento nella crescita produttiva che in ottobre aveva fatto segnare un più 3,51%. Mancano poco più di quattro milioni per giungere al limite massimo della quota nazionale, di 10,923 milioni di tonnellate di consegne e di 365mila tonnellate di vendite dirette.

Multe in vista
Se la crescita produttiva non subirà un'interruzione, ma proseguirà al ritmo del 3% ed oltre, la campagna si potrebbe chiudere con un'eccedenza produttiva per le consegne di circa 200mila tonnellate, cosa che farebbe scattare nuove multe. Potremmo così trovarci di fronte ad una  sanzione di oltre 55milioni euro. Quasi una beffa, visto che questa sarà l'ultima campagna produttiva governata dalle quote. Con il primo di aprile di quest'anno, lo ricordiamo, il regime delle quote cesserà di esistere e già se ne vedono gli effetti sulle produzioni europee, tutte o quasi con il segno più già da qualche mese. Un aumento che ha contribuito alla flessione dei prezzi del latte. Un esame dell'andamento del prezzo del latte spot (quello venduto fuori dai contratti), puntualmente riportato da Clal, mostra come il prezzo sia crollato da quasi 47 euro al quintale del gennaio 2014 a poco sopra i 30 euro di questi giorni (per la provenienza francese). Ma c'è qualche segnale che sembra andare in direzione opposta. Le quotazioni del latte spot di provenienza Germania ha invertito il trend e nell'ultima settimana è cresciuto di oltre il 10%, passando da quasi 31 euro a oltre 34 euro al quintale. Ma è presto per dire che il “vento” abbia cambiato direzione.