"L’ottima attività dei carabinieri dei Nas deve essere accompagnata da misure strutturali a partire dall’obbligo di indicare in etichetta l’origine e di rendere pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero, anche per combattere inganni e sofisticazioni". E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente l’azione dei Nas di Salerno in un'operazione coordinata dalla Procura della Repubblica della città campana che ha portato al sequestro di un caseificio produceva mozzarelle senza approvvigionarsi di latte. Secondo una analisi della Coldiretti una mozzarella su quattro in vendita in Italia non è ottenuta direttamente dal latte, ma da semilavorati industriali, chiamati cagliate, che vengono spesso dall’Est Europa senza alcuna indicazione in etichetta.

Sono questi i comportamenti - sottolinea la Coldiretti - che ingannano i consumatori e favoriscono le frodi ma provocano anche una distorsione del mercato, deprimono i prezzi pagati ai allevatori italiani e causano la chiusura degli allevamenti. “Di fronte a questa escalation di truffe e inganni per salvare il made in Italy non c’è più tempo da perdere e occorre rendere subito obbligatoria l’indicazione di origine per tutti gli alimenti i per garantire la trasparenza dell’informazione e la salute dei consumatori”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.

Anche il presidente della Copagri, Franco Verrascina, commenta positivamente l'operazione dei Nas, suggerendo di intensificare le verifiche sui prodotti in entrata dall'estero. “Ancora una volta i Carabinieri dei Nas hanno confermato la bontà dei controlli all'interno dei confini nazionali che ci mettono al riparo da mani criminali, dall'operato di chi con gli allevatori e in genere con gli agricoltori non ha proprio nulla a che fare - ha affermato Verrascina -. Chi agisce rincorrendo ricavi in modo illegale, mettendo a repentaglio talvolta la salute dei consumatori e spesso la già provata economia agricola italiana, va perseguito in modo esemplare ed al fine di evitare che sotto altro nome o ragione sociale possa anche soltanto riavvicinarsi al sistema agroalimentare, dalla produzione alla commercializzazione".

"Il caso delle mozzarelle senza latte -
conclude Verrascina - rinnova la necessità di intensificare le verifiche sui prodotti in entrata dall'Europa e non solo, posto che rilevanti quantità di cagliata provenivano da Paesi dell'Est europeo. In diverse occasioni con presidi alle vie d'accesso al nostro Paese la Copagri ha evidenziato l'ingresso in Italia di merce assolutamente irregolare che inganna, quando non rappresenta un rischio, i consumatori e danneggia il buon nome dell'agroalimentare made in Italy”.