I timori di un calo della produzione di latte anticipati da Agronotizie a inizio agosto sono stati fugati dall'aggiornamento dei dati del Sian (il sistema informativo agricolo nazionale che fa capo ad Agea). In giugno la produzione italiana ha superato quota 896mila tonnellate, il 2,2% in più rispetto allo stesso mese del 2013. Percentuale di crescita identica la si trova nel confronto sulle produzioni cumulate da aprile (inizio della campagna lattiera) a giugno, con una produzione complessiva di 2,866 milioni tonnellate contro i 2,803 milioni del 2013. Tutti dati “rettificati” in base al contenuto in grasso, come prevedono le norme sulla applicazione del regime quote latte. Presto per dire come si concluderà nel 2015 l'attuale campagna produttiva, l'ultima che dovrà fare i conti con le quote latte. Se dovesse mantenersi l'attuale incremento del 2,2% sino al marzo del prossimo anno, la produzione totale arriverebbe a sfiorare quota 11 milioni di tonnellate. Dunque di poco inferiore alla quota imposta all'Italia, pari a 11,29 milioni di tonnellate (consegne e vendite dirette). Ma è presto per fare previsioni, il quadro potrebbe ribaltarsi nei prossimi mesi e concludersi con un calo produttivo. Molto dipenderà anche dall'andamento del mercato e dal prezzo del latte del quale allevatori e industrie stanno ancora discutendo.

Il latte nel mondo
Intanto c'è da prendere atto a livello mondiale dell'aumento della produzione di latte che si registra nei paesi a maggior vocazione lattiera. Negli Usa si è registrato un aumento del 3,9%, destinato presumibilmente a consolidarsi, visto che fa seguito ad un incremento del numero di capi in allevamento. Situazione analoga la ritroviamo in Australia, dove l'aumento si ferma ad un più 1,5%. Aumenti significativi li ritroviamo in Europa, qui le consegne di latte registrate a giugno risultano superiori del 4,3% rispetto a quelle dell'anno precedente. Lo si desume dai dati pubblicati dal Clal, che evidenziano peraltro una forte impennata produttiva registrata in Belgio, nel Regno Unito e in Irlanda.

Il mercato
Più latte sul mercato può tradursi in una flessione dei prezzi. E infatti le quotazioni in alcuni paesi come Germania e Olanda sono in caduta. Stessa cosa si verifica in Australia. Sui mercati pesa poi l'incognita dell'embargo stabilito dalla Russia per i prodotti agroalimentari. In Europa le possibili eccedenze di latte si stanno trasformando in un aumento del latte in polvere conservato nei magazzini europei. L'ammasso privato di formaggi che l'Unione Europea ha deciso in questi giorni sarà un altro contributo ad evitare un appesantimento dei mercati. La chiusura ai prodotti europei potrebbe tuttavia rappresentare per altri paesi un'importante opportunità. Tutte condizioni che aumentano le incertezze che pesano sul settore e che favoriscono un aumento della volatilità dei prezzi. E si accentuano di conseguenza le difficoltà per definire un accordo sul prezzo fra allevatori e industrie.