"Si sta aprendo forse più di uno spiraglio per tutelare gli agricoltori padani, per anni oppressi da una direttiva sui nitrati ingiusta, obsoleta e iniqua. Bruxelles non potrà più girare la testa dall'altra parte, in base ai nuovi elementi scientifici che la Regione Lombardia e Ispra hanno prodotto". È questo il commento dell'assessore all'Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, dopo che il Governo ha accolto la raccomandazione del deputato Guido Guidesi di considerare, nei nuovi parametri allo studio, anche le "fonti di pressione concorrenti", ossia quelle in cui la presenza dei nitrati è dovuta ad altre attività.

"Per troppi anni l'agricoltura ha subito il peso di altre lobby più potenti - dichiara Fava - ed è ora che il comparto, rimasto forse l'unico motore dell'economia di un Paese sempre più in apnea, conquisti il rispetto che merita. Mentre in Europa il sistema agricolo avanza in competitività, le enormi potenzialità dell'area padana, una delle zone più ricche sul fronte agroalimentare, deve frenare il proprio sviluppo con l'accusa di essere una fonte di inquinamento non sostenibile, mentre a oltre 20 anni di distanza dall'approvazione della direttiva nitrati, si sa per certo che non è così".

Più volte l'assessore Fava ha puntato il dito contro un'applicazione non corretta della direttiva nitrati. "Non potevo rimanere indifferente di fronte alle richieste di moltissimi allevatori lombardi - spiega - che si sentivano penalizzati e che chiedevano la revisione delle zone vulnerabili. Aree che sospetto siano state individuate a caso, senza tenere minimamente conto delle caratteristiche pedoclimatiche del territorio, della situazione geofisica e nemmeno della pluralità delle fonti inquinanti, che oggi ci
dicono che l'inquinamento da nitrati soltanto per il 10% è di provenienza agricola
".