Polli e conigli non hanno nulla in comune essendo uccelli i primi e mammiferi i secondi. Sul mercato però le cose cambiano ed entrambi vengono accomunati alla voce “carni bianche” tant'è che sui banconi frigo dei supermercati li troviamo spesso gli uni accanto agli altri. Ma mentre per i polli si sta aprendo una stagione positiva, con prezzi in crescita e costi in calo (lo dice una recente ricerca di Rabobank), per i conigli non si allenta la crisi che da tempo frena il settore. Il prezzo di mercato è fermo a 1,37 euro al kg (prezzo massimo sulla piazza di Verona del 18 luglio). Anche un anno fa in questo stesso periodo, si parlava di crisi con i prezzi bloccati a 1,52 kg. Oggi, con un calo delle quotazioni del 10%, la crisi morde ancora più forte.

Modifiche contestate
Che il mercato delle carni cunicole sia in affanno lo confermano le ultime quotazioni della Cun (commissione unica nazionale) riportate da Ismea. Nell'ultima rilevazione, che va dal 21 al 25 luglio, il prezzo è fermo a 1,37 euro al kg. Gli allevatori, dunque, stanno producendo in perdita e attendono con ansia una ripresa del mercato, attesa per settembre se il mercato rispetterà il consueto andamento ciclico. Questa volta però c'è una variabile in più che potrebbe giocare a svantaggio degli allevatori. Si tratta delle modifiche al regolamento che “governa” i meccanismi di formazione del prezzo nella Cun, sulla quale vigila il ministero per le Politiche agricole. Queste modifiche sono state duramente criticate da Saverio De Bonis, presidente di Anlac (Associazione nazionale liberi allevatori di conigli), in quanto toglierebbero autonomia e libertà decisionale agli allevatori in caso di disaccordo nella formazione del prezzo con la controparte agroindustriale. In pratica, sostiene Anlac, per la Cun sarebbero ora adottati gli stessi meccanismi della borsa merci di Verona. La modifica della quale si discute vorrebbe che in caso di disaccordo nella formazione del prezzo questo venga comunque definito attraverso altri strumenti della Cun, di fatto come evidenzia Anlac, da “soggetti non commissari”. Al contrario l'associazione dei coniglicoltori vorrebbe che in questi casi la quotazione fosse assente, sostituita dalla classica indicazione “Non quotato”.

La posizione di Anlac
Le continue modifiche e gli stravolgimenti apportati al regolamento della Commissione unica nazionale Cun Conigli - ha così dichiarato De Bonis - non rispettano né i principi costituzionali di libertà economica, né i principi sanciti dall’Antitrust attraverso un parere, né le risoluzioni parlamentari, né le previsioni del Piano di settore approvato dalla Conferenza Stato-Regioni.”