"Il progressivo aumento delle materie prime è un fenomeno che subiamo ormai da anni e sta mettendo a rischio la zootecnia del nostro Paese. Un fenomeno che avviene nel silenzio dei media e quindi con un'opinione pubblica inconsapevole dei rischi impliciti per l'intero sistema produttivo agro-alimentare del Paese".

Lo scrive Alberto Allodi, presidente di Assalzoo, l'Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici, in una lettera inviata al ministro delle Politiche agricole Mario Catania dopo una nuova impennata dei prezzi delle materie prime proteiche.

Il 10 luglio la farina di soia ha infatti toccato ben 511 euro alla tonnellata alla Borsa di Milano, con un incremento del 51,1% rispetto alla media dei prezzi del 2011. Le farine di girasole e di erba medica e le farine di pesce mostrano rincari sulle quotazioni medie del 2011, rispettivamente, pari al 23,7%, 27,2% e 16%.

 

 

 

Il testo integrale della lettera

"Gentile ministro,

questa Associazione intende evidenziare le forti preoccupazioni dell'industria mangimistica italiana in merito all'andamento dei mercati delle materie prime per l'alimentazione animale, dominati da una forte volatilità dei prezzi e da una tendenza a un continuo notevole rialzo.

Già nei due anni passati si è assistito a un forte incremento dei prezzi che, in particolare per i cereali e i loro derivati, ha determinato gravi riflessi sui costi dell'alimentazione degli animali, con ripercussioni sull'intero settore della nostra zootecnia (v. tabella 1).

Questa estrema volatilità dei mercati non si è esaurita e anche in questi primi mesi del 2012 si assiste ad un livello dei prezzi in generale molto sostenuto (v. tabella 1), che ha 'aggredito' tutte le materie prime proteiche. Tra queste, in primo luogo, la farina di soia, ma anche le farine di girasole, di erba medica e di pesce, hanno raggiunto quotazioni preoccupanti:

• rispetto alla media dei prezzi del 2011 la farina di soia ha toccato nella giornata del 10 luglio u.s. sulla Borsa di Milano ben € 511/tonnellata, con un incremento del 51,1%;

• la farina di girasole e quella di erba medica e le farine di pesce mostrano rincari sulle quotazioni medie del 2011, rispettivamente, pari al 23,7%, 27,2% e 16%.

Va altresì considerato che rialzi così significativi delle quotazioni di questi importanti ingredienti per l'alimentazione animale determinano di regola un effetto trascinamento anche su altre materie prime e infatti anche i cereali, dopo un inizio di anno con prezzi che - pur se elevati - risultavano lievemente inferiori rispetto alla media del 2011, hanno ripreso la tendenza a un deciso rialzo, con il rischio di aggravare ancor più la situazione per gli allevatori, già provati dalla contrazione dei consumi e dagli effetti della pesante crisi in atto.

Si deve altresì richiamare l'attenzione sul fatto che cereali e farina di soia rappresentano da soli circa il 90% dell'alimentazione animale ed è quindi facile intuire quale sia il loro peso sul costo finale di alimentazione.

Non va trascurato, in un contesto economico generale già molto difficile, che gli allevatori si trovano a dover fronteggiare non solo un crescita continua dei costi di produzione, ma anche la rigidità dei prezzi dei prodotti finiti (latte, carni e uova) che, in molti casi, non consentono di coprire il continuo aumento dei costi di produzione.

Una situazione che rischia, quindi, di mettere in pericolo uno dei più importanti comparti economici del sistema agro-alimentare italiano, con inevitabili ripercussioni sull'economia generale del Paese e sugli stessi consumatori.

Tenuto conto di quanto sopra, questa Associazione si permette di chiedere che vengano valutate tutte le possibili misure idonee a ridare equilibrio al settore zootecnico, che rischia di essere compromesso nella sua stessa sopravvivenza".