Il rosso non è un colore come un altro. È il colore della passione, del sangue, della forza, ma anche della salute. Già, perché nella percezione dei consumatori gli alimenti di colore rosso sono più salutari rispetto a quelli di altri colori, magari bianchi. Hanno qualcosa in più. E dunque sugli scaffali, chi può permetterselo, preferisce acquistare frutta e verdura rossa (vedi il boom dei piccoli frutti).

E visto che al consumatore piace il rosso anche il mercato si sta spostando in questa direzione. E così ecco che sono arrivati i kiwi a polpa rossa, come anche i mandarini, i meloni e le mele. Ci sono poi gli ananas a polpa rosa e nel settore orticolo troviamo cavolfiori di vari colori (dal viola all'arancio) e anche le bietole si sono tinte di vermiglio. E ha fatto il ritorno anche la carota viola. Ritorno perché in origine la carota era di questo colore, ma fu selezionata di colore arancio in onore della dinastia Orange olandese.
 
D'altronde è corretto ritenere che il colore rosso sia sinonimo di prodotto salutare. La pigmentazione è dovuta a molecole di colore rosso, come gli antociani, che hanno proprietà antiossidante. Intervengono dunque nei processi ossidativi all'interno delle cellule bloccando i radicali liberi.

"I colori hanno due accezioni, una fisiologica, biologicamente predefinita, e una culturale. Ci sono alcuni colori che hanno un impatto immediato sul nostro corpo. Ad esempio il rosso provoca uno stato di attivazione. Nel nostro cervello innesca dei meccanismi ancestrali legati al sangue, alla carne", spiega Vincenzo Russo, professore dello Iulm ed esperto di neuromarketing che ha da poco dato alle stampe il libro "Neuroscenze a tavola". "Ci sono poi dei riferimenti culturali. In Occidente il rosso è legato alla passione, all'erotismo, all'amore. Mentre in altre culture è legato al lutto".
 


E il colore in qualche modo influenza anche la nostra percezione della realtà. Sono state ad esempio condotte delle prove sottoponendo ad un panel due succhi di frutta identici sotto il profilo degli ingredienti, ma in uno è stato aggiunto un colorante rosso. Per chi ha assaggiato i succhi quello colorato era percepito maggiormente dolce e ricco di frutta.

"Se il rosso ci trasmette calore, salute, passione, voglia di mangiare, al contrario il verde ci rimanda ai concetti di acerbo e acido", spiega Russo. E infatti sugli scaffali della Gdo la famosa mela Granny Smith è sempre meno presente.

Per accontentare i palati (e le menti) dei consumatori le società di breeding hanno dunque puntato sulla polpa rossa. Jingold ad esempio ha lanciato il suo kiwi a polpa rossa Oriental Red che nel 2019 ha vinto il premio Fruit logistica innovation award. Un prodotto che è stato accolto con entusiasmo dal mercato, anche se rappresenta una nicchia nell'offerta di kiwi.

Del Monte ha invece lanciato, per ora solo sul mercato statunitense, l'ananas Pinkglow, dalla polpa rosata. Si tratta di una nuova varietà, coltivata in Costa Rica dalla multinazionale a stelle e strisce, che viene venduta solo online e si posiziona come prodotto di fascia alta.

Ma anche il nostro Crea sta lavorando alla selezione di varietà a polpa rossa. Ad esempio ha selezionato mandarini e arance cremisi. E lavora anche su mele e pere. Sul mercato oggi ci sono diverse varietà di mela a polpa rossa, come ad esempio la Red Moon, coltivata principalmente in Trentino-Alto Adige.