Dal 17 al 19 febbraio 2017 si è svolta a Roma la seconda mostra convegno Canapa Mundi. L'evento è stato articolato in tre giornate: la coltivazione ed elaborazione della Cannabis sativa, l'utilizzo in campo medico di entrambe le specie, C. sativa e C. indica, e gli aspetti legali della coltivazione in Italia.
L'autore ha aperto i lavori della prima giornata in qualità di moderatore del pannello di esperti, che hanno presentato i risultati di diverse ricerche sulla canapa industriale.
In questo articolo presentiamo alcuni spunti sulle tecniche colturali di questa pianta ai lettori che non hanno potuto partecipare alla conferenza.

Le potenzialità della canapa
L'apertura dei lavori ha fornito una panoramica generale sugli innumerevoli prodotti che si possono elaborare a partire dalle diverse parti della Cannabis sativa. L'autore aveva già trattato in parte l'argomento nell'articolo "Il dilemma della canapa".
Nel successivo video, gentilmente fornito dagli organizzatori del convegno Canapa Mundi, i lettori troveranno alcuni dati in più su questa affascinante pianta, e qualche riflessione su quali possono essere le filiere più sostenibili e potenzialmente più redditizie.
 
Video Mario Rosato

Per visualizzare la presentazione di Mario A. Rosato in pdf clicca qui.

La coltivazione della canapa in Sicilia
Il dottore Giorgio Testa, ricercatore del dipartimento di Agricoltura, alimentazione e ambiente (Di3A) dell'Università degli studi di Catania, ha illustrato i risultati conseguiti nell'ambito di sperimentazioni condotte presso l'Azienda agraria sperimentale dell'Università degli studi di Catania.
Sono stati testati diversi genotipi di canapa da fibra al fine di valutare sia le epoche di semina che di raccolta più idonee, oltre a stimare il fabbisogno idrico in ambiente siciliano (biennio 2003-2004). Sono stati inoltre presentati i primi risultati di prove condotte presso diverse aziende agricole siciliane durante il 2016.

In estrema sintesi, per coltivare con successo la canapa bisogna considerare alcuni aspetti generali, comuni a tutte le regioni italiane, e delle peculiarità nelle regioni meridionali a clima caldo-arido, come appunto la Sicilia.
Vediamo in seguito quali sono gli aspetti generali:
  • Preparazione del terreno
    La canapa possiede un apparato radicale capace di raggiungere i 2 m di profondità, tuttavia:
    • Il letto di semina deve essere preparato accuratamente per ottenere una uniforme densità di semina (simile ad altre colture da rinnovo).
    • Normalmente un'aratura autunnale (30-40 cm) seguita da un'accurata preparazione del letto di semina in primavera.
    • Terreni mal preparati o troppo umidi possono compromettere l'emergenza.
  • Scelta varietale
    La scelta della varietà deve essere effettuata in relazione alla destinazione del prodotto (semi, fibra o entrambi) ed all'ambiente di coltivazione.
    • In condizioni non limitanti la crescita, la produzione di fusti è funzione della durata del ciclo vegetativo, come conseguenza genotipi a fioritura tardiva sono da preferire.
    • Cultivar ottenute in ambienti del Nord forniscono basse rese se coltivate al Sud, principalmente a causa di una precoce fioritura o in casi particolari di pre-fioritura.
    • Al contrario, cultivar sviluppate al Sud mostrano elevate rese se coltivate ad elevate latitudini.
    • Tradizionalmente le varietà dioiche maschili garantivano una superiore qualità della fibra, mentre le piante femminili venivano usate per produzioni più grezze.
    • Il moderno miglioramento genetico ha mirato all'ottenimento di varietà monoiche per la produzione sia di fibra che di seme.
    • Non è da trascurare il fatto che all'interno della stessa varietà esistono differenze nella qualità della fibra principalmente legate alle condizioni climatiche ed alle pratiche agronomiche adottate.
  • Epoca di semina
    • La semina è normalmente definita sulla base di temperatura e disponibilità idrica che garantiscono la germinazione e l'insediamento delle piante, oltre al fotoperiodo che, influenzando la durata della fase vegetativa, ne condiziona la resa in biomassa.
    • Generalmente semine precoci aumentano la resa, tuttavia in ambienti del Sud Europa semine troppo precoci possono intercettare il fotoperiodo critico e determinare un accorciamento della fase vegetativa e persino una pre-fioritura.
  • Densità di semina
    • La canapa è una specie plastica con limitata perdita di biomassa in funzione di un certo range di densità di semina. In Italia le varietà dioiche a destinazione tessile venivano tradizionalmente seminate per ottenere una densità finale di 90-100 piante m-2. La letteratura mondiale riporta range di coltivazione che vanno da 50 a 750 piante m-2. Attualmente si raccomanda di utilizzare da 40 a 65 kg ha-1 di seme al fine di ottenere 200-300 piante m-2 per la canapa da fibra.
    • Ad elevate densità si ha una più veloce copertura del suolo, aspetto molto importante per competere contro le infestanti e per intercettare la massima quantità di radiazione solare, risparmiando o eliminando l'applicazione di erbicidi.
    • Tuttavia, densità troppo elevate possono provocare auto-diradamento: le piante si fanno ombra l'una con l'altra, e le più deboli muoiono, con notevole riduzione della resa in biomassa.
    • Il quantitativo di seme ad ettaro varia in relazione alla destinazione del prodotto.
    • Usualmente vengono utilizzate seminatrici di precisione, che assicurano la deposizione del seme a 2-3 cm di profondità e distanza tra le file da 9 a 17 cm.
  • Fertilizzazione
    • L'azoto riveste un ruolo importante in terreni in cui è carente, influenzando in maniera significativa la resa in biomassa. Cosa che non avviene in suoli ben dotati.
    • Studi recenti hanno dimostrato che la distribuzione dell'azoto nel corso del ciclo colturale non influisce significativamente sulle rese rispetto alla sola somministrazione alla semina. Probabilmente dovuto all'elevato assorbimento di azoto nel primo mese successivo all'emergenza (79% della dose somministrata).
    • La canapa presenta una risposta inferiore a potassio e fosforo rispetto all'azoto. Per il K2O si può ritenere ottimale una dose pari a 65 kg ha-1. Per il P2O5 una dose pari a 52-67 kg ha-1  è ritenuta sufficiente per delle buone rese.
  • Rotazione colturale e controllo delle infestanti
    • La canapa è una tipica coltura da rinnovo con effetti benefici sulle colture che seguono, grazie alla morfologia dell'apparato radicale ed alla quantità di sostanza organica lasciata nel suolo.
    • La monocoltura della canapa è da evitare, sia per la diminuzione della resa che per l'accumulo di patogeni (Pythium, Sclerotina e Piralide). Inoltre è da tenere in considerazione la sua sensibilità verso i residui degli erbicidi presenti nel terreno.
    • Grazie alla sua velocità di crescita, la canapa riesce a competere con le infestanti, soprattutto se seminata a densità elevate. Questo costituisce un vantaggio nella coltivazione in regime biologico.
  • Irrigazione
    • Stress idrico ed elevate temperature accelerano il processo di fioritura ma contestualmente ritardano la crescita delle piante e la maturazione della fibra. Di conseguenza diminuiscono l'altezza delle piante, il diametro del fusto, e le rese.
  • Epoca di raccolta
    • Tradizionalmente la canapa da fibra viene raccolta a piena maturazione dei fiori maschili, quando la produzione di fibre primarie raggiunge il massimo livello. Infatti, raccolte tardive provocano l'accumulo di fibre secondarie riducendo notevolmente la qualità della fibra.
    • La produzione a duplice attitudine (semi e fibra) risulta, infatti, in una più elevata proporzione di fibre lignificate.
    • Tra l'inizio e la piena fioritura si ha un  aumento del 25% di fibre, oltre ad una loro piena maturazione ed omogeneità.
    • Quando la canapa è coltivata per la produzione di carta o come coltura energetica, l'epoca di raccolta influisce poco sulla qualità. Infatti per tali scopi si desidera raggiungere le massime produzioni di biomassa secca che normalmente si ottengono alla fine del ciclo biologico.

Nelle peculiarità dei climi caldi-aridi mediterranei, bisogna inoltre adottare i seguenti accorgimenti:
  • Sono necessari almeno 250 mm per le monoiche a ciclo precoce e 450 mm per le dioiche a ciclo tardivo al fine di ottenere elevate rese in biomassa totale e fusti.
  • Semine precoci consentono di ridurre notevolmente l'acqua d'irrigazione, ma le rese più elevate si ottengono con semine comprese tra la metà di aprile e la metà di maggio.
  • Le cultivar che si sono riscontrate più produttive in Sicilia sono Dioica 88, Fibranova, sviluppate per gli ambienti centro-meridionali. L'utilizzo di genotipi sviluppati al Nord, come Futura 75 ad esempio, è fortemente influenzato dalla disponibilità di acqua durante il ciclo colturale. 

Figura 1: Biomassa epigea totale e produzione in culmi (t ha-1 s.s.) alla prima (inizio fioritura) e seconda raccolta (fine fioritura).
Valori medi (n=3) ± deviazione standard. Lettere differenti indicano significatività per p≤0.05, secondo il test SNK.

Conclusioni
Dai risultati ottenuti nel corso delle sperimentazioni condotte in questi anni in Sicilia è emerso che:
  • In condizioni caldo-aride la canapa necessita di 250 mm di acqua per i genotipi monoici precoci e 450 mm per i genotipi dioici tardivi.
  • Le rese più elevate sono state ottenute con genotipi selezionati per ambienti centro-meridionali.
  • L'utilizzo di genotipi selezionati al Nord è influenzato dalla disponibilità di acqua durante il ciclo colturale. Per il loro utilizzo è consigliabile anticipare l'epoca di semina per beneficiare delle precipitazioni primaverili ed evitare le condizioni meno favorevoli (elevate temperature e carenza d'acqua durante la fase di massimo sviluppo vegetativo).
  • L'anticipo della semina deve essere valutato in relazione alla durata del giorno in quanto in presenza di giorno breve aumenta la probabilità di una induzione a fiore precoce.
  • In base alle buone rese di fibra e semi ottenute in diverse aziende siciliane, si prevede che la superficie coltivata a canapa aumenterà da 6 ha nel 2016 a 60 ha nel 2017. 
 
Video Giorgio Testa

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