La Commissione europea ha approvato la domanda di registrazione dell'oliva di Gaeta nel registro delle Denominazioni di origine protette Dop.

L'oliva di Gaeta è un prodotto che possiamo a buon diritto considerare storico, infatti era già conosciuta fin dal Rinascimento in molte parti di Italia, tanto che il duca di Ferrara Ercole I nel XV secolo ne apprezzava la qualità.

Diffusa nel basso Lazio, prodotta dalla cultivar Gaeta, detta anche Itrana, l'oliva di Gaeta si caratterizza per il suo colore nero e per la raccolta particolarmente tardiva che può spingersi fino a marzo.

Oggi questa produzione può risultare molto interessante per il mercato locale e internazionale sia per la sua forte vocazione di uso nella cucina mediterranea e per sistemi di coltivazione a basso impatto ambientale.

Sono circa 2 milioni gli olivi, l'80% dei quali coltivati in provincia di Latina, e i restanti tra le province di Roma, Frosinone, e Caserta, con un prezzo medio al chilo che ad oggi è di 6-7 euro.

Ora come prossimi passi si prevedono la costituzione del consorzio di tutela, la promozione all'estero, il recupero degli oliveti collinari, non raramente in abbandono e l'aggregazione di filiera.

"Siamo davvero soddisfatti e orgogliosi del riconoscimento della Dop oliva di Gaeta e del lavoro svolto da Arsial, l'Agenzia regionale per lo sviluppo e l'innovazione in agricoltura del Lazio, per il raggiungimento di questo importante obiettivo" ha commentato Carlo Hausmann, assessore all'Agricoltura della Regione Lazio.

"La nostra agenzia - ha continuato l'assessore - ha infatti supportato il comitato promotore per la redazione del dossier necessario al riconoscimento della Dop, che è stato un percorso lungo e travagliato, con numerose riunioni e incontri con i produttori e i soggetti interessati, ma dopo quindici anni di lavoro abbiamo finalmente raggiunto l'importante obiettivo del riconoscimento".