Si chiama Crispr e promette di rivoluzionare il mondo del miglioramento genetico, vegetale e non. La Clustered regularly-interspaced short palindromic repeats è una tecnica grazie alla quale è possibile modificare il codice genetico di un essere vivente, sottraendo o aggiungendo geni con una precisione mai avuta fino ad oggi.

Grazie a Crispr sarà possibile avere piante più resistenti agli stress idrici, più produttive, tolleranti agli attacchi di microrganismi e parassiti. Il tutto con una velocità e precisione mai viste prima. E per di più non saranno Ogm transgenici, visto che nessun gene viene prelevato da un organismo di una specie per essere impiantato nel Dna di un'altra.

E' naturale dunque che le multinazionali del seme si siano mosse per acquisire questa promettente tecnologia. Se DuPont-Pioneer ha annunciato che tra pochi anni saranno disponibili sul mercato i primi mais waxy ottenuti col Crispr, Monsanto ha ottenuto una licenza non esclusiva dal Broad institute del Mit ed Harvard per poter usare questa tecnologia.

Uno degli aspetti interessanti della vicenda è il fatto che il Broad institute abbia posto tre vincoli etici a Monsanto. Il Gruppo, da poco convolato a nozze con Bayer, non potrà usare l'editing genetico né per modificare piante di tabacco destinate al fumo, né per produrre sementi sterili e neppure per introdurre il meccanismo di 'gene drive'.

"Sono tre vincoli che rispondono ai timori della collettività", spiega ad AgroNotizie Roberto Defez dell'Istituto di bioscienze e biorisorse del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche).
"Il divieto di modificare il tabacco da fumo si spiega con la nocività del tabagismo. Per quanto riguarda le sementi sterili si tratta di una clausola cautelativa per evitare che gli agricoltori, specialmente nei paesi in via di sviluppo, non possano ripiantare i semi ottenuti dal raccolto, ma siano costretti a comprarne di nuovi".

Nonostante la possibilità di produrre semi sterili già esista da molti anni, non è mai stata impiegata. Nel 1999 la Banca mondiale ha fatto un'opera di 'moral suasion' nei confronti delle società che si occupano di genetica, proprio per evitare questa ipotesi.
Ed è stata ascoltata visto che è l'istituto che ha sempre sponsorizzato le grandi istituzioni di ricerca internazionali che hanno fatto progredire l'agricoltura in tutto il mondo dal dopoguerra ad oggi. Ogni agricoltore può dunque ripiantare i semi, ma in alcuni Stati è vietata la rivendita.

C'è infine il problema del 'gene drive'. "Si tratta della possibilità di avvantaggiare l'organismo che ha un determinato gene, modificato o introdotto. E' come se si conferisse un plus perché quella caratteristica si diffonda all'interno della specie. Possibilità da evitare perché il gene può diffondersi anche a piante selvatiche, neppure correlate a quella della coltivazione".

Si stringe sempre di più dunque il legame tra genetica ed etica. Se alcuni plaudono alla decisione del Broad institute di imporre questi vincoli a Monsanto, altri ritengono invece che la scienza dovrebbe essere lasciata libera di ricercare e sperimentare.
Un punto su cui però c'è preoccupazione condivisa, è la proprietà della tecnologia Crispr. Si tratta di uno strumento che potrebbe far fare un balzo in avanti al miglioramento genetico vegetale, ma che potrebbe mettere la parola fine a tante malattie umane, specialmente quelle neurodegenerative, come l'Alzheimer.

"Crispr è la scoperta più rivoluzionaria fatta negli ultimi 30 anni", continua Defez. "E' il futuro del miglioramento genetico ed è un bene che ad oggi non ci sia ancora chiarezza sulla titolarità del brevetto perché sta mettendo tanti attori diversi nelle condizioni di svilupparla. Crisps è una tecnologia troppo dirompente perché solo pochi attori possano utilizzarla. Darebbe un vantaggio economico eccessivo, ma sarebbe anche un errore per lo sviluppo stesso della tecnologia".

Se in Europa la maggioranza della popolazione è contraria agli Ogm, negli Stati Uniti la percezione pubblica è diversa, ma sta mutando rapidamente e in molti ora chiedono maggiori vincoli e trasparenza.
Lo stato del Vermont ha approvato una legge nazionale per obbligare le industrie alimentari a scrivere sulle etichette dei prodotti se contengono materiale Ogm. Sarà poi il consumatore a scegliere. Una possibilità che però spaventa chi produce organismi transgenici.

Ma gli organismi modificati con Crispr sembra non ricadranno sotto la legislazione degli Ogm, almeno negli Usa. Il dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti (Usda) ha pubblicato ad inizio anno la risposta alla "Regulated article letter of inquiry" di Pioneer, dichiarando che non considera il mais waxy di prossima generazione, sviluppato con la tecnologia Crispr, come regolamentato dai Biotechnology regulatory services dell'Usda.

Anche in Canada è stato commercializzato senza regolamento Ogm un fungo champignon modificato con la tecnica Crispr.
Mentre qualche settimana fa un gruppo di ricercatori svedesi ha cucinato (e mangiato) il primo piatto di pasta condita con cavoli modificati.