La cooperativa ortofruttcola Apofruit ha chiuso il 2015 con numeri molto interessanti. Il risultato netto del Gruppo (Apofruit Italia, Canova, Mediterraneo Group) è stato di 527mila euro, con un valore alla produzione di poco inferiore ai 260 milioni di euro ed un patrimonio netto superiore ai 102 milioni di euro. Cifre che evidenziano la solidità economica della cooperativa e che la consolidano tra le maggiori organizzazioni ortofrutticole italiane ed europee.

AgroNotizie ha chiesto ha Mirco Zanelli - direttore commerciale di Apofruit - di rispondere ad alcune nostre domande sul settore ortofrutticolo e dell'albicocco in particolare.

Come sta andando l'attività di Apofruit?
"Il 2015 si è concluso con un incremento rispetto al 2014 di circa 24mila quintali di ortofrutta conferita. Anche il liquidato ai soci è aumentato: all'incirca di 8 milioni di euro. Il risultato è stato possibile grazie al piano di riorganizzazione della cooperativa avviato nel 2014, che ha portato ad un contenimento dei costi generali della struttura. Grazie a questi dati e ai primi dati del 2016 possiamo guardare al prossimo futuro con più serenità".

Cosa rappresenta per Apofruit l'innovazione varietale?
"Individuare varietà più moderne e tecnologicamente avanzate è un elemento fondamentale. Questo permette di abbracciare le nuove esigenze della produzione e del mercato. Nel caso dell'albicocco guardiamo all'incremento della produzione, alla resistenza ad importanti malattie, alla maggiore qualità organolettica. Non dimentichiamo anche la tenuta, per aprirci possibilità verso un export più lontano, e la segmentazione dell'offerta.
A questo proposito stiamo lavorando sull'individuazione di varietà rosse, sia nell'epidermide che nella polpa. E poi ci sono gli ibridi ed il susinococco è uno di questi, risultato di un incrocio naturale fra il susino e l'albicocco che presenta le caratteristiche di ambedue i frutti
".
 

Il marchio Soralelli, frutta italiana dalle eccellenti qualità organolettiche (Fonte immagine - ©Apofruit)

Quanto è importante il valore aggiunto al prodotto?
"Oggi senza valore aggiunto è difficile ottenere risultati positivi. Si parte dall'attenzione per il sapore e il gusto fino ad arrivare a campagne di comunicazione adatte. Dentro questo percorso c'è poi un mondo. Apofruit ad esempio ha deciso di creare marchi adatti a seconda del target che vogliamo raggiungere. Uno tra tutti Soralelli, per indicare frutta italiana dalle eccellenti qualità organolettiche. Tutto questo si traduce in maggiori opportunità per il produttore e in maggior reddito. Con Soralelli oggi abbiamo raggiunto quote importanti di mercato. Rispetto al valore totale che commercializziamo rappresenta il 10%". 

Quali sono i principali Paesi in cui esportate?
"L'Europa rimane per noi importante. In primis la Germania. Ricordiamo poi i Paesi Scandinavi e la Gran Bretagna. E' però necessario ampliare l'orizzonte e su questo fronte stiamo lavorando molto. Stiamo esportando diverso prodotto verso i Paesi asiatici e verso i Paesi arabi. Non dimentichiamo che abbiamo come obiettivo raggiungere anche il sud America, il nord America e l'India".

Se guardiamo all'Italia pensate ci possa essere margine di crescita?
"Sì, però per farlo è necessario attuare politiche adeguate. Il biologico ad esempio è un settore in grande crescita. Un altro settore d'interesse è quello dei prodotti ad alto valore aggiunto. E poi quello dei prodotti di alta qualità, quasi da boutique".
 
  
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