La stagione 2016 delle ciliegie di Vignola si è da poco conclusa ed il bilancio al momento è positivo.
E' vero che i volumi raccolti sono stati in calo del 30% rispetto ad una stagione media (circa 60 mila quintali) ma la qualità è stata decisamente elevata, con sapore, pezzatura e colore a farla da padrone. Un andamento migliore rispetto alle altre aree cerasicole italiane, dove il calo produttivo è stato maggiore e la qualità non sempre è stata soddisfacente.

Per capire meglio le motivazioni di questo successo AgroNotizie ha intervistato Walter Monari, direttore del Consorzio della ciliegia, della susina e della frutta tipica di Vignola.

"La stagione cerasicola italiana 2016 è stata caratterizzata da diversi problemi - spiega Walter Monari - che ne hanno minato la produzione e la qualità. La zona di Vignola è stata però una mosca bianca. E' vero che la produzione si è un po' contratta rispetto alla media ma è stata sufficiente per poter soddisfare le elevate richieste commerciali, causate soprattutto dalla battuta d'arresto dei nostri competitor. E poi la qualità è stata decisamente elevata".
 
Impianto coperto di ciliegio presso azienda di Vignola (Mo)
(Fonte immagine: © AgroNotizie)

"Nel nostro territorio infatti non abbiamo avuto abbondanti precipitazioni piovose nei periodi chiave della fioritura e della raccolta, che ne potevano pregiudiziare la quantità e la qualità. Inoltre gli impianti anti-pioggia e anti-grandine hanno fatto il resto. Ad oggi infatti gli ettari coperti sono circa 130. Un numero sufficiente al momento per dare soddisfare le richieste del mercato e dare continuità di prodotto. 
Fino a qualche anno fa i ceraseti di Vignola erano molto diversi
. Oggi sono profondamente cambiati adattandosi alle nuove esigenze. I produttori possono ora raccogliere in quantità e qualità, anche in annate dove l'aspetto climatico non aiuta. Nel nostro caso specifico abbiamo piante coltivate a parete, palmetta o bandiera alte 4-4,5 metri adatte ad essere raccolte in parte a terra e in parte con carri raccolta.
La decisione nasce dal fatto che dovevamo sfruttare il terreno in verticale, e non in orizzontale, per adattarsi alle caratteristiche del terreno e delle aziende. In questo modo il prodotto presenta un'ottima qualità, un'elevata serbevolezza, alta resistenza al cracking ed è più facilmente lavorabile in post-raccolta".

 
"Non dobbiamo dimenticare il problema della Drosophila suzukii. Quest'anno per noi è stata limitato. Questo non significa che sia stato debellato, anzi è necessario continuare a monitare e ricercare modalità di lotta e prevenzione".

Infine è necessario fare un accenno al Disciplinare di produzione della ciliegia Igp di Vignola.
 "Grazie alle modifiche effettuate l'anno scorso - conclude Monari - da quest'anno quasi tutte le varietà rientrano nell'Igp. Si conclude così un lungo iter iniziato nel 2013. In questo modo le opportunità commerciali crescono. Questo significa che potremmo vendere molto più prodotto marchiato con il bollino "Ciliegie Igp di Vignola" e ridistribuire il valore aggiunto ottenuto alla nostra base sociale. Basta vedere che i prezzi delle nostre ciliegie marchaite sono state di 4-6 euro al chilo, con punte anche di 7 e più euro al chilo, per un prodotto di grossa pezzatura, sodo e lucido. Prezzi decisamente superiori all'anno scorso quando si viaggiava sui 2-2,50 euro al chilo".
 
Alcuni contenitori di susine Aphrodite* di Vignola (MoO)
(Fonte immagine: © AgroNotizie)

Il Consorzio da circa 30 anni commercializza anche le susine. Un prodotto di nicchia ma che negli anni si è evoluto e rappresenta un'interessante opportunità per i produttori.
"Quest'anno dovremmo raccogliere circa 12 mila tonnellate di susine - conclude Monari -. Ma la qualità è elevatissima, grazie all'aiuto del clima ma anche delle scelte varietali ed agronomiche fatte. Ad esempio preferiamo raccogliere manualmente e con grande attenzione: viene lasciata la pruina e sono poi subito adagiate nelle loro confezioni prima di essere poi portate al mercato ortofrutticolo. Il loro mercato è partito un po' a rilento visto il calo delle temperature che non favorivano i consumi. Ma con il ritorno del caldo il nostro prodotto si è subito ripreso". 
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