Il primo giugno 2016 Giuseppe Carli è stato eletto presidente di Assosementi. Succede a Guido Dall'Ara, alla guida dal 2014. AgroNotizie l'ha intervistato per parlare del presente e del futuro dell'associazione e di quali siano i principali obiettivi del suo mandato. 

Carli, 48 anni, perito agrario di origini padovane, vanta una carriera ventennale nella ditta Kws Italia attiva nel settore delle colture industriali, dove attualmente ricopre il ruolo di country manager per l'Italia e la Grecia per il mais.
In ambito Assosementi ha ricoperto per due mandati consecutivi la carica di presidente della Sezione colture industriali.

Che cos'è oggi Assosementi?
"Assosementi è l'associazione che riunisce oltre 200 aziende sementiere italiane. La cosa meravigliosa è che allo stesso tavolo sono sedute le grandi multinazionali ed i gioielli dell'impresa familiare. Sarà mio preciso impegno dedicare la medesima attenzione a tutte le aziende associate, cercando di mantenere il necessario equilibrio fra le diverse realtà rappresentative. Tutti insieme per superare le sfide del mercato del prossimo futuro".

Quale sarà il principale obiettivo del suo mandato?
“Sono tante le tematiche che dovremo affrontare, tutte molto diverse e complesse. Nei prossimi mesi però il nostro lavoro si concentrerà sull'innovazione e sulla sua tutela. Sviluppare la ricerca dell'innovazione deve essere il locomotore della nostra crescita, per guardare al futuro con forza e prospettiva. Dobbiamo però impedire che questa innovazione ci venga rubata. Purtroppo anche il settore sementiero non è estraneo all'illegalità. Dobbiamo salvaguardare il germoplasma, valorizzare l'attività di ricerca e di miglioramento genetico". 
 

 
"Tra le tante illegalità ci sono la mancata salvaguardia del germoplasma e il crescente ricorso all'utilizzo di seme non certificato. Tutto questo mina il circolo virtuoso che attraverso la vendita del seme certificato sostiene l'attività di ricerca e d'innovazione. Senza considerare le possibili situazioni di 'black market' che si possono determinare. L'utilizzo di seme non certificato, quando non si concretizza in vere e proprie illegalità, dà luogo a situazioni di concorrenza sleale nei confronti di quegli operatori che hanno scelto di rispettare le leggi, aprendo così la strada a rischi di carattere fitosanitario".

Quale sarà la sfida del futuro del settore sementiero?
"A maggio 2016 la popolazione mondiale è arrivata a 7.4 miliardi di persone e nel 2020 si stima che sarà superiore ai 9 miliardi. La sfida sarà sfamarli tutti. Dovremmo quindi produrre il doppio di quanto oggi si fa ma con la stessa superficie coltivata di oggi, o possibilmente anche con meno. Serve l'aiuto di tutti per superare questa enorme sfida. Le sementi rappresentano il punto di partenza obbligato".