"I legumi fanno bene sia alle persone che ai suoli" ha affermato Eduardo Mansur, direttore della divisione Terra e Acqua della Fao, ad un evento volto a mettere in luce il promettente futuro dei semi commestibili, come lenticchie, ceci e piselli, tutti spesso trascurati a beneficio dei principali cereali di base.

L'evento, svoltosi il 19 aprile 2016 ed intitolato "Soils and pulses; symbiosis for life" (Suoli e legumi - simbiosi per la vita, NdT) e sponsorizzato dalla Rappresentanza permanente d'Italia presso la Fao, guidata dall’ambasciatore Pierfrancesco Sacco, da Bioversity international e dalla Fao stessa, ha messo il risalto il forte legame tra l'Anno internazionale dei legumi 2016 e l'Agenda dello sviluppo sostenibile 2030. 

Gli interventi hanno sottolineato come i legumi rappresentino una fonte nutrizionale eccezionale per la dieta umana, siano economici all'acquisto, usino relativamente poca acqua rispetto ad altre fonti di proteine e richiedano l'utilizzo di meno fertilizzanti industriali.
Sono anche senza glutine, ha notato Mansur. Sono infatti: ricchi di proteine, sali minerali, vitamina B1 e micronutrienti. Costituiscono una valida ed economica alternativa alla carne e sono ampiamente diffusi in molte culture alimentari.

Oltre ai noti valori nutrizionali svolgono un ruolo significativo nell’affrontare problematiche come l’anemia ed anche nella prevenzione di malattie come il cancro, il diabete e le malattie cardiache.

Ma non solo, perché i legumi sono utili anche come fertilizzanti. Mahmoud Solh, direttore generale del Centro internazionale per la ricerca agricola nelle zone aride (Icarda), intervenendo da Marrakech, ha infatti sottolineato: “I legumi possono anche fissare notevoli quantità di azoto nel terreno, rafforzandone la fertilità e riducendo, di milioni di tonnellate a livello globale, la necessità di aggiungere nutrienti alle colture. Le fave sono ineguagliabili in questo, ma anche i fagioli secchi possono aggiungere fino a 70 Kg di azoto per ettaro”.

I legumi hanno ottime potenzialità anche nei Paesi ricchi per via delle loro proprietà salutari e ambientali.
Michele Pisante, del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, ha sottolineato come alternare legumi alla coltura di cereali può evitare l'utilizzo di 88 Kg di azoto per ettaro in Europa, dove l'utilizzo di fertilizzanti è alto per gli standard internazionali.

Pisante ha poi continuato: “Dall’Anno internazionale dei suoli 2015 all’Anno internazionale dei legumi 2016 emerge con forza il ruolo virtuoso della fertilità, sia per accrescere la consapevolezza delle bellezze, delle potenzialità e della vulnerabilità dei suoli di tutto il mondo, sia per far fronte ai 9 miliardi di persone che saremo nel 2050, la gran parte delle quali nasceranno e vivranno proprio in zone dove il suolo fertile è già scarso e la produzione agricola non è soddisfacente. Ed i legumi, oltre a garantire una fonte equilibrata per la sicurezza alimentare, consentono di perseguire l’indispensabile e razionale intensificazione sostenibile della produttività ripristinando, nel contempo, l’ambiente rurale sempre più compromesso e contribuendo agroecologicamente a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.

Le politiche sui legumi 
Altri partecipanti hanno messo l'accento sul fatto che i legumi tipicamente offrono ai contadini margini di guadagno maggiori rispetto ai cereali e possono quindi giocare un ruolo chiave non solo per la salute e l'ambiente, ma anche nella lotta alla povertà.
"L'agricoltura ha un ruolo sempre più strategico nelle nostre vite" ha affermato Aydin Adnan Sezgin, rappresentante permanente di Turchia presso la Fao e co-presidente del Comitato direttivo dell'Anno internazionale dei legumi.

Si è discusso anche di possibili misure politiche. Diversi interventi hanno fatto notare i benefici ottenibili sostenendo tramite sussidi la produzione di legumi, in maniera simile a quanto avviene comunemente per i cereali. 

“Il ruolo dei piccoli produttori richiede particolare attenzione, soprattutto in un'epoca nella quale sistemi alimentari e catene di approvvigionamento sono sempre più interconnesse” ha affermato Wafaa El-Khoury, specialista del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad). “Senza misure a loro sostegno, un aumento di produzione dal solo lato delle grandi imprese agricole, potrebbe spingere i piccoli produttori ai margini”

L'Anno internazionale dei legumi offre l'opportunità per affrontare temi di grande rilievo per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile “che includono la sconfitta della fame, promuovere la salute e assicurare a tutti l’accesso all'acqua pulita” ha affermato Andrea Olivero, chiudendo l'evento.
"Sia i consumatori che i produttori trarranno beneficio dalla disponibilità di maggiori informazioni" ha poi concluso.