Si è fermata da un mese la caduta dei prezzi del frumento duro, ma i prezzi restano bassi. La conferma a questa analisi, dispacciata dalla Borsa merci telematica italiana l'undici aprile scorso, è venuta il tredici aprile scorso da Foggia, dove alla Borsa merci della Camera di commercio il grano duro fino (con tenore di proteine superiore al 12%) e di produzione nazionale si è nuovamente attestato a 243 euro la tonnellata sui minimi, spuntando un prezzo massimo a quota 248 euro.

Gli stessi valori erano stati registrati dalla Borsa merci della Capitanata nella settimana tra il tre ed il nove aprile scorsi. In particolare, sulla piazza di Foggia, il grano duro fino, franco partenza luogo di stoccaggio, è inchiodato agli stessi valori dal nove marzo scorso. E già il sedici marzo AgroNotizie segnalava il primo stop alla caduta dei costi del cereale, che ha comunque perso dal tredici gennaio al sedici marzo il 6,41% del valore, essendo quotato all’inizio dell’anno ancora 265 euro alla tonnellata sui valori massimi.

Questo calo aveva indotto l’assessore alle Risorse agricole della Puglia Leonardo Di Gioia, a convocare per il ventitrè marzo il tavolo regionale della filiera cerealicola. Una convocazione giunta in contemporanea con la manifestazione del Movimento riscatto, che aveva portato in corteo 300 trattori tra Matera ed Altamura di Puglia.

In direzione di un arresto del calo dei prezzi del frumento duro vanno quindi anche i rilievi della Borsa merci telematica italiana dello scorso undici aprile: “Dopo i prolungati ribassi registrati nei precedenti mesi di campagna, i prezzi all’ingrosso dei frumenti duri nazionali hanno assunto a marzo un andamento maggiormente stabile - è scritto nella nota diffusa alla stampa - con alcuni leggeri rialzi osservati in chiusura di mese”.

Ma la Borsa merci telematica italiana avverte: ”Nonostante la maggiore stabilità, nel confronto con febbraio i prezzi del frumento duro (fino) sono risultati più bassi del 3,7%. Sempre pesante, invece, il divario negativo rispetto allo scorso anno, superiore ai 30 punti percentuali (-31,3%)”.