In questi ultimi anni sempre maggiore è l’attenzione rivolta alla sanità della granella di mais. L’importazione di granella tende oggi a coprire il 30-35% dei consumi interni con oltre 3,5 milioni di tonnellate.
Tra i principali motivi che favoriscono le importazioni, risulta senza dubbio determinante la “sicurezza” della granella rispetto ai limiti di legge per le principali micotossine (fumonisine, Don e aflatossine) che compensa l’inferiore qualità tecnologica del prodotto importato.
 
Perché il mais italiano presenta più micotossine?
Fondamentalmente esistono “determinismi” ambientali prevalenti non ancora contrastati da:
 
1) Agrotecniche specifiche
in generale, tutte le pratiche agronomiche che minimizzano le condizioni di stress delle piante giocano a favore di una migliore sanità della granella
  • raccolta della granella con valori di umidità non inferiori a 23-25%
  • contenimento dello stress idrico attraverso irrigazioni tempestive
  • apporto di azoto in funzione delle potenziali rese produttive
  • alta dotazione di potassio nei terreni ed apporto di fosforo come starter
  • favorire un veloce sviluppo iniziale delle piantine
  • applicazione di sensati investimenti
  • controllo delle erbe infestanti 
  • trattamenti contro la piralide
  • semina di ibridi a ciclo breve (precocissimi)
  • avvicendamento colturale ed interramento dei residui vegetali
 2) Miglioramento genetico maggiormente focalizzato per l’ambiente target
un programma di miglioramento genetico maggiormente focalizzato per le aree tradizionalmente esposte allo sviluppo di specifici funghi e micotossine (ovest, est, centro e sud della pianura padana) permetterebbe una migliore caratterizzazione e selezione di ibridi ad elevata tolleranza.
La Pianura Padana infatti, rappresenta un’area vocata alla maiscoltura. Le condizioni pedoclimatiche e la disponibilità idrica permettono di conseguire risultati produttivi elevati anche se la variabilità del clima rappresenta una forte componente di instabilità. I differenti andamenti climatici registrati negli ultimi anni hanno significativamente evidenziato in molti areali difficoltà nel mantenere stabilizzate le produzioni e le condizioni di sanità del mais.
 
I pregevoli risultati produttivi registrati nel 2014 non sono allineati con quanto ottenuto nel 2015 e anche lo sviluppo di funghi e micotossine sulle spighe sono risultati significativamente differenti nelle due annate a confronto.
 
L’attività di breeding sviluppata dalla ricerca Kws a Monselice (Pd) presenta il vantaggio della selezione di materiale genetico in ambienti caratterizzati da elevata pressione di malattie fungine della spiga e della pianta.
 
3) Indice di selezione finale degli ibridi sbilanciato: +produzione  -sanità
non è un segreto che alcuni ibridi di mais sono più suscettibili alle malattie della pianta e della spiga rispetto ad altri. L’introduzione di genetiche provenienti dagli Stati Uniti molto produttive ma poco adattate ad alcuni areali della pianura padana hanno manifestato risultati negativi in termini di sanità della granella.
L’attenzione rivolta quindi al solo fattore produttivo può determinare un risultato soddisfacente quando tutte le condizioni ambientali risultano favorevoli mentre bilanciare produzione e sanità consente un significativo abbassamento del rischio finale della coltura.
 
L’obiettivo primario di Kws nello sviluppo del miglioramento genetico è rivolto alla:
  •  produzione
  •  sanità
  •  sostenibilità
per garantire il reddito dell’agricoltore attraverso una “produzione collocabile”
 
Produzione Collocabile = Qli/Ha + Sanità
 
Produrre mais “sano” significa recuperare reddito e di conseguenza superfici e rese nazionali, riducendo l’importazione di granella dall’estero.