In Europa nel 2015 verranno raccolte circa 2.343.000 tonnellate di pere, in calo del 4% rispetto alla produzione del 2014. E' quanto emerge dall'intervento di Elisa Macchi, direttore del Cso di Ferrara, intervenuta all'interno di Interpera, l'8° convegno mondiale sulla pera che si è tenuto contemporaneamente a Futurpera.

"Se guardiamo agli ultimi dieci anni - spiega Macchi -, possiamo dire che si tratta della settima produzione in termini di volumi. In Italia sono attesi circa 700 mila tonnellate di prodotto, il 31% circa del totale continentale. Per la Spagna si prospettano 400 mila tonnellate, per Belgio e Olanda 350 mila tonnellate ciascuna". 

Grande attenzione deve essere data all’export continentale che ha raggiunto il 55% del valore totale. Agli inizi del 2000 il valore era pari al 26%.
"Il Belgio - continua Macchi - esportava oltre il 40% della sua produzione in Russia prima dell'embargo. La chiusura di questo importante mercato ha modificato i Paesi di destinazione. Ora il primo Paese è l'Olanda con il 18%, seguita da Lituania con il 12% e Francia con l'11%. Solo una piccola parte viene destinata al mercato interno. Nella stagione commerciale 2014-2015 la quantità di pere esportate è stata di poco superiore alle 308 mila tonnellate, stabile rispetto al 2013-2014".

"Il primo destinatario dell'Olanda è la Germania con il 23% della propria produzione, stabile rispetto alla stagione precedente. Al secondo posto la Gran Bretagna con il 13% e al terzo la Francia con l'8%. Paesi come la Svezia, la Norvegia, la Polonia, la Danimarca e la Lituania hanno assorbito volumi superiori alle 10 mila tonnellate (rappresentano sul totale esportato quote variabili tra il 4% e il 6%). La Russia nella stagione pre-embargo aveva superato le 50 mila tonnellate e mediamente valeva il 15% del totale esportato. Nella stagione commerciale 2014-2015 le pere esportate sono state 214 mila tonnellate, -7% sul 2013-2014". 
 
Elisa Macchi, direttore del Cso di Ferrara, durante il suo intervento ad Interpera 2015
(Fonte immagine: © AgroNotizie)

"Per l'Italia la Germania si conferma come primo mercato con oltre 65 mila tonnellate, oltre il 40% dell'export. Segue la Francia con oltre 20 mila tonnellate, circa il 10% del totale spedito. Continua il trend positivo per la Libia con oltre 10 mila tonnellate, il 7% del totale. Interessante la situazione verso la Romania e l'Austria con quote attorno al 6-7%, mentre flette la Gran Bretagna al 3%. Croazia e Ungheria si attestano intorno al 3%.
Da segnalare come il mercato russo fosse in contrazione già prima dell'embargo: nella stagione 2011/2014 questa destinazione rappresentava il 3% del totale. Nella stagione commerciale 2014-2015 sono state esportate 163 mila tonnellate, in aumento del 14% sul 2013-2014".


"La Spagna esporta poco meno di 25 mila tonnellate verso l'Italia. Destinazione di recente espansione è il Marocco con quasi 20 mila tonnellate. Interessante il Brasile, che prosegue il suo trend espansivo sfiorando le 15 mila tonnellate. Seguono poi Francia e germania con quote attorno al 10% pari a circa 10 mila tonnellate. La Russia rappresentava il 9% prima dell'embargo. Nella stagione commerciale 2014-2015 l'export è stato di 123 mila tonnellate, -1% sul 2013-2014".
 
Opera, 18 aziende del settore ortofrutticolo unite per specializzarsi nella pera (Fonte immagine - ©AgroNotizie)

"Il Portogallo destina il 40% della sua produzione, circa 55 mila tonnellate, verso il Brasile. Segue poi la Gran Bretagna con 20 mila tonnellate pari al 15% del totale. Al terzo posto Francia e Spagna con poco meno di 20 mila tonnellate complessivamente, pari al 15% del totale. Se la tendenza verso la Francia è stabile, sale quella verso la Spagna. La Russia prima dell'embargo rappresentava il 5% della movimentazione complessiva. Nella stagione commerciale 2014-2015 le pere esportate sono state 144 mila tonnellate, +20% sul 2013-2014".
Come tutti i prodotti ortofrutticoli anche le pere si stanno globalizzando e si aprono quindi nuovi mercati, vicini e lontani. Inoltre è da considerare la difficoltà a volte di far decollare i consumi nei Paesi tradizionalmente produttori. Senza dimenticare il problema dell'embargo, che ha pesato molto: servono nuovi sbocchi per tenere alta la redditività.

"Verso la Germania - prosegue Macchi - le importazioni dall'Ue si mantengono costanti. L'Italia mantiene la sua posizione, così come l'Olanda. Cresce la presenza di pere del Belgio e cala la Spagna. Verso la Gran Bretagna le importazioni dall'Ue crescono da 90 mila tonnellate a 120 mila tonnellate, grazie alla maggiore presenza dell'Olanda e del Belgio. Pressochè costante il Portogallo. Nei Paesi scandinavi l'import dall'UE sembra riprendere: domina l'Olanda ma cresce il Belgio. L'Italia rimane stabile su quantitativi più contenuti. Interessante il mercato dell'Est Europa dove l'import dall'Ue cresce notevolmente, ma è da vedere se questa crescita è legata ad un reale aumento della domanda o è invece una triangolazione".
 
Origine Group, nove aziende unite per portare pere e kiwi italiani di qualità top in tutto il mondo (Fonte immagine - ©AgroNotizie)

Uno sguardo fuori dal Vecchio Continente
"Tra i Paesi comunitari che esportano in Estremo Oriente si segnalano Belgio e Olanda - dice Macchi - Soprattutto nell'ultima stagione le movimentazioni sono incrementate avvicinandosi alle 10 mila tonnellate. Ad oggi però solo Belgio e Olanda possono esportare in questi Paesi, con destinazione Cina e Hong Kong.
Tra i Paesi comunitari che inviano prodotto in Medio Oriente spicca la Spagna, seguite da Italia e Portogallo. Nelle ultime due stagioni i volumi spagnoli sono stati di circa 10 mila tonnellate. I principali Paesi destinatari sono stati Israele, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita.
In Nord Africa primeggia la Spagna, seguita dall'Italia. Più contenute le spedizioni di Francia e Portogallo. Nella stagione 2014-2015 il volume di pere in arrivo dai Paesi dell'Ue è stato di 35 mila tonnellate. Le pere spagnole vanno quasi esclusivamente in Marocco e secondariamente in Algeria, mentre il prodotto italiano è destianto quasi esclusivamente alla Libia.
In Sud America prevale il Portogallo, seguito a distanza dalla Spagna. Le importazioni di questi mercati hanno raggiunto le 70 mila tonnellate. Infatti già da diversi anni il Brasile risulta il principale mercato per la Rocha portoghese. In progressiva espansione risulta però anche la movimentazione delle pere spagnole verso il Brasile con volumi che quest'anno hanno superato le 15 mila tonnellate.
Nuovi orizzonti si potrebbero avere per quanto riguarda il Nord America, attualmente coperto solamente da Portogallo e Italia con rispettivamente mille tonnellate e 500 tonnellate di prodotto".