Si è parlato anche di organismi interprofessionali e del loro ruolo sul mercato all'interno di Interpera, il convegno tecnico sulla pera ospite di Futurpera, la rassegna tenutasi a Ferrara dal 19 al 21 novembre. All'incontro di venerdì 20 novembre tanti relatori anche esteri, provenienti dalle principali aree di produzione nel mondo.

Di fronte a una produzione mondiale in crescita e ad alcune criticità presenti a livello di domanda – ha esordito Gianni Amidei, presidente di Oi Pera Emilia Romagna – il rilancio del settore pericolo passa dall'aggregazione e dalla concentrazione dell'offerta, in un'ottica di maggiore efficienza e miglioramento della commercializzazione.
Oi Pera nasce nel 2012 grazie a tutti i principali attori ortofrutticoli. Siamo 30 soci, di cui 14 realtà di produzione, 9 commerciali, 3 di trasformazione e 4 consultivi. Non abbiamo un ruolo commerciale, ma di organizzazione della filiera e promozione del settore. Fare sistema è la chiave per ridare slancio al settore della pera, ed è per questo che fra le nostre attività ci sono il miglioramento della conoscenza della produzione e dei mercati, la programmazione di nuovi impianti al fine di migliorare la qualità della produzione e la valorizzazione del prodotto sui mercati internazionali
”.

I consumi sono stati per anni in calo – ha poi commentato Nazario Battelli, presidente di Ortofrutta Italia – nel 2014 però il trend negativo si è fermato e si è registrata una crescita del 13% nei consumi rispetto al 2013. Andamento positivo anche nel 2015, che, stando ai dati attuali, si chiuderà con +9% rispetto all'anno scorso. L'80% della produzione nazionale è destinato ancora al nostro mercato interno, per questo è necessario andare alla ricerca di nuovi mercati per estendere il consumo di pere e trovare così nuovi sbocchi per le nostre produzioni di qualità”.

E' poi intervenuto Philippe Appeltans, della VBT belga, consorzio che racchiude sette cooperative e il 90% della produzione nazionale, parlando della filiera belga e dei servizi che VBT fa al supporto del settore pericolo. Kevin Moffit, dell'Us Pear Boreau, ha trattato il tema delle strategie di mercato, indicando “come l'Us Pear stia puntando sempre di più a fare sistema per ricercare nuovi sbocchi, investendo e promozione e marketing”.

L'obiettivo degli organismi interprofessionali deve essere proprio questa – ha concluso Moffit – creare brand specifici e pianificare politiche di marketing anche attraverso l'uso dei social media”.

Un altro grande produttore di pere, l'Argentina, era rappresentato da Migul Angel Giacinti Battistuzzi, di Cabinete Mag.
“Se in Argentina e Cile a livello produttivo e qualitativo siamo abbastanza avanti – ha commentato – il nostro deficit sta principalmente nella parte commerciale. A livello di marketing e comunicazione bisogna fare ancora tantissimo, il comparto ha ottime opportunità ma deve investire di più per comunicare meglio il proprio prodotto”.