L'idea è quella di contribuire a trasformare il volto delle città con un sistema di orti pensili che cambino il volto cementificato delle metropoli e contribuiscano all'efficientamento energetico degli edifici.
Due architetti donna, Elena Carmagnani ed Emanuela Saporito, con il loro progetto OrtiAlti hanno vinto il concorso We-Women for Expo, indetto fra le startup femminili. Quella arrivata da Expo però è l'ultima di una serie di soddisfazioni: il premio è infatti solo l'ultimo arrivato in ordine di tempo.

Tutto ciò che occorre per progettare un orto pensile di questo tipo è un tetto piano, che sia sopra a un condominio, su una scuola, su un'area industriale dismessa o sul tetto di un supermercato non fa differenza: “L'orto sul tetto è un interessante dispositivo di rigenerazione urbana – ha raccontato Emanuela Saporito - La tecnologia utilizzata favorisce l'efficientamento energetico. Con livelli sovrapposti di terra, piante e copertura piana permette di ridurre il picco di calore e porta a migliorare le prestazioni energetiche dell'edificio. D'estate si può arrivare al 75% di risparmio per il raffrescamento del vani sottostanti il tetto”.

Orti, passione italiana
D'altra parte l'innovazione che i due architetti torinesi stanno cercando di diffondere incrocia la grande passione degli italiani per gli orti casalinghi.
Dati diffusi da Coldiretti e Censis per il 2014 non lasciano dubbi sulla tendenza: il 46.2% degli italiani dichiara di coltivare piante e ortaggi e fra i giovani in età compresa fra i 18 e i 34 anni, la percentuale sale addirittura al 50.8%. Le motivazioni sono diverse, ma un buon 25.6% degli intervistati dichiara che a spingerlo è il desiderio di mangiare alimenti sani e genuini. Anche i Comuni ci credono: secondo l'Istat, sempre nel 2014, 3,3 milioni di metri quadrati di terreno sono stati destinati dai comuni proprio ad orti pubblici.

Le testimonianze dagli addetti ai lavori
Se la statistica e le indagini testimoniano una tendenza in atto quantificandola in numeri, gli addetti ai lavori da tempo si erano già accorti che il vento stava cambiando e che gli italiani, sempre più, stanno attenti a cosa mangiano.
In molti comprano piantine e organizzano il loro orto perché spaventati da alcuni scandali come quello della Terra dei fuochi. E' anche però una moda che si sta facendo largo anche fra i giovani da una decina d'anni" dichiara Cristian Minesso, titolare del vivaio Clorofilla, 4000 metri quadrati situati a Cornaredo, nel milanese.
Le piante che vanno per la maggiore sono pomodori, zucchine e piante aromatiche.“Gli appassionati non sono solo anziani in pensione – racconta Sergio Storgato, uno dei titolari di Orto di Casa Mia – molte sono coppie di giovani, anche giovanissimi poco più che ventenni”.
Da tempo ormai cala il floricolo per aumentare l'orticolo”, continua Cristian Minesso che è anche uno dei "Tutor dell'orto" assoldati da Coldiretti per aiutare e seguire i neofiti.
A confermare che l'orto è una grande passione anche la nuova formula ideata da Coldiretti, quella di aziende agricole che parcellizzano in lotti il loro terreno per affittarlo a privati: con 20/30 euro al mese si può avere un proprio orto di una cinquantina di metri quadrati. Si tratta di una tendenza diffusa soprattutto nelle vicinanze delle grandi città. La rete di orti urbani sempre di Coldiretti, l'unica esistente in Italia dal 2013, conta ad oggi 207 orti urbani, la maggior parte al nord.
A marzo di quest'anno c'è stato un vero e proprio boom – racconta Daniele Taffon, responsabile del progetto – prima contavamo 100 orti, da marzo a oggi sono più che raddoppiati e abbiamo una media di richieste d'adesione di 3 orti a settimana”.

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