Per la fragola si arriva da una stagione molto difficile, che ha visto la presenza di avversi fattori climatici, elevata produzione, scarsa ricettività dei mercati, drammatico crollo dei prezzi. Una situazione dalle tinte forti e dal sapore amaro.
Anche il 2015 non sembra essere diverso dal 2014, visto anche il continuo calo delle superfici coltivate a fragola in Italia. Con circa 3.570 ettari la fragolicoltura scende del 4% rispetto al 2014 e si colloca su valori molto simili a quelli del 2011.
Ci sono però spiragli di ottimismo: i dati sui consumi di fragola sono positivi, con un +4% di acquisti nel 2014 rispetto all’anno precedente. Questo grazie anche all'ampliamento del calendario commerciale, la tendenza ad una destagionalizzazione e l'inserimento di nuove ed interessanti varietà.

AgroNotizie ha chiesto a Francesco Nicodemo, coordinatore 'Comitato Fragola' di Ortofrutta Italia e presidente Asso Fruit Italia, di rispondere ad alcune domande su presente e futuro della fragolicoltura italiana.

Come si prospetta la campagna fragola 2015 per l’Italia?
"Si presenta con luci e ombre, in base all'areale produttivo.
La Basilicata è in positiva controtendenza: sono aumentate le superfici coltivate e i riscontri commerciali sono soddisfacenti. Nelle ultime settimane di aprile i produttori lucani di Candonga® Sabrosa*, che è la coltura più diffusa in regione, hanno sofferto la presenza del prodotto spagnolo, tant'è che si è registrato un crollo nei prezzi. Tuttavia la situazione ora è tornata alla normalità. A fare comunque la differenza è la qualità del prodotto lucano, di sicuro pregio e con un'ottima reputazione.
Quanto alla Campania emerge una istantanea molto diversificata
. Pietro Ciardiello (direttore Coop Sole, componente del Comitato Fragola e Legacoop Agroalimentare) ha parlato di ripresa negli ultimi giorni, dopo un periodo difficile legato alla presenza del prodotto spagnolo ed al forte ribasso di prezzi. Buone le prospettive per i prossimi 20-30 giorni.
Meno entusiasmo per Gianpiero D'Onofrio (agronomo di Cjo Consorzio jonico ortofrutticoltori) che ha parlato, nel riferirsi alla Piana del Sele, di annata fallimentare causata dai forti ribassi, anche in questo caso, indotti dalla Spagna. Inoltre si sono registrati ritardi di produzione causati dal freddo. D'Onofrio ha poi lamentato il fatto che troppo spesso è richiesto un prodotto 'plastico', quando è noto che la fragola è deperibile e può presentare delle piccole deformità che non incidono sul sapore.
Baldassarre Davino, anch'egli componente del 'Comitato Fragola' e di Fruitimprese, ha detto di prezzi più favorevoli rispetto al 2014 per quanto riguarda la Gdo. Meno bene i prezzi all'ingrosso. 


Al nord Italia, dopo l’annus horribilis 2014, Gianluca Bellini (responsabile commerciale Apo Scaligera Verona) mi ha riferito di una graduale ripresa generale. L’impiego di piante frigo-conservate concentra la produzione tra la seconda decade di aprile e l’ultima di maggio. Dopo un avvio stentato per la pressante  concorrenza del prodotto spagnolo le quotazioni sono migliorate per il progressivo esaurimento del prodotto d’importazione ed il sensibile calo delle quantità offerte dal sud Italia. Discreto ottimismo per l’ultima parte della raccolta primaverile, in estate sarà gestito il prodotto dei soci della fascia pedemontana per chiudere la stagione con la raccolta autunnale da settembre a novembre”.

In un contesto sempre più globale cresce la problematica della competizione. Qual è la situazione nel settore fragolicolo italiano rispetto ai competitor esteri?
“In Italia c'è una situazione molto eterogenea dal punto di vista produttivo. Tuttavia da un punto di vista qualitativo il livello della fragolicoltura italiana è molto alto e in tal senso i produttori investono grandi risorse. Molto si dovrà fare sul fronte dell'aggregazione. Dobbiamo unire sinergicamente i produttori, come già si sta facendo da diversi anni, in modo da avere oltre alla qualità anche i quantitativi giusti per essere competitivi, tenendo conto chiaramente delle peculiarità e della vocazione dei diversi areali”.


Negli ultimi anni l’ortofrutta italiana ha dovuto confrontarsi con una complessa situazione sull’uso degli agrofarmaci. Quali sono state le ricadute?
“Posso dire che le regole presenti in Italia e a livello di singole regioni sono molto stringenti e va benissimo così quando in mezzo c'è il benessere di produttori, consumatori e ambiente. Ciò che chiediamo è che anche a livello europeo si vada verso regole comuni per tutti. Altrimenti il rischio è quello di alterare il gioco della concorrenza. Chi ha meno prescrizioni da seguire può imporre prezzi più bassi e non va bene, sia dal punto di vista economico che qualitativo. E' impensabile instaurare un sistema concorrenziale che imponga un ribasso degli standard qualitativi. Ritengo che l'etica nel produrre, la sensibilità ambientale e l'interesse supremo che è il benessere del consumatore sono valori che non devono essere in alcun modo tralasciati”

Qualità e promozione come elementi importanti: quali sono tre azioni per rendere le fragole più appetibili ai consumatori?
“Occorre puntare molto sulla comunicazione. Un'eccellenza, come può essere la fragola prodotta in Italia, deve essere raccontata ai consumatori con un linguaggio innovativo che descriva le qualità nutritive. Inoltre, occorre utilizzare anche i social network sempre più popolari fra gli utenti, che sono poi anche consumatori. Altra operazione importante è legare il consumo della frutta agli stili di vita, quindi cominciare a far passare il messaggio che uno snack a base di fragole è sicuramente più indicato di un altro ad alto contenuto di grassi e ricco di conservanti”.


 

Fonte immagini: Nicofruit Soc. Coop. Agr.