Un prodotto di eccellenza dell'ortofrutta italiana, l'uva da tavola, valorizzato attraverso un marchio riconoscibile che sappia aggregare e creare valore ai produttori. La sfida è stata lanciata da Italia Ortofrutta che ieri, nella prima giornata di Fruit Innovation, ha presentato il progetto Viviana, che punta alla valorizzazione di prodotto attraverso un unico brand, chiaro e distinguibile. Un'idea diventata realtà e con numeri importanti, già dal lancio sul mercato previsto tra un mese: 5 mila ettari coltivati per una produzione di 120 mila tonnellate sviluppata da 351 produttori aderenti a 12 Organizzazioni di produttori facenti parte dell'Unione Italia Ortofrutta per un valore stimato di 119 milioni di euro, sviluppati per il 50% all'estero.

All'incontro, introdotto da un saluto di Guido Corbella, aministratore delegato di Ipack-Ima e moderato dal giornalista di Radio 24 Alessandro Milan, hanno partecipato Vincenzo Falconi, direttore di Italia Ortofrutta, il giornalista del Sole24Ore Massimo Agostini e i produttori Teresa Diomede dell'Apoc di Salerno, Michele La Porta dell'Op Agritalia e Salvatore Fisicaro dell'Op Sicula. “Viviana nasce per valorizzare l'uva dei nostri produttori – ha spiegato Vincenzo Falconi – attraverso un marchio riconoscibile in grado di unire sotto un unico progetto le nostre Op, che sono parte attiva di questo nuovo piano di rilancio”. Un piano che ha tra i suoi scopi quello di creare una nuova sinergia tra produzione e distribuzione.

Per Teresa Diomede attraverso Viviana “si pongono le basi per una vera e concreta valorizzazione dell'uva italiana”. Per Salvatore Fisicaro inoltre l'organizzazione che ruota attorno al nuovo progetto di Italia Ortofrutta “consentirà di allungare la stagione e di conseguenza di offrire alla distribuzione una gamma di articoli più ampia e per un periodo più lungo. Per l'uva da tavola è la prima volta che si crea un marchio con obiettivi così ambiziosi”.
Massimo Agostini, citando gli ultimi dati Ismea, ha sottolineato come le esportazioni italiane di uva da tavola nell'ultimo anno siano calate del 12% con danni per 30 milioni di euro. “Questa nuova e unica iniziativa punta sull'aggregazione dei produttori i quali abbandonano gli individualismi in nome di un marchio comune. Da qui può partire la risposta del settore”.
Per Michele La Porta tuttavia “preoccupa il calo delle produzioni di uva da tavola. Ma questo nuovo progetto può invertire la rotta rilanciando il comparto dando reddito alla base produttiva”.