Il Cra - Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria – ha compiuto un altro passo avanti sulla strada della tracciabilità lungo il fronte della filiera cerealicola, che richiede metodi certi per garantire i suoi prodotti dal campo alla tavola. Attraverso le analisi biochimiche e molecolari delle proteine, i ricercatori del Cra di Acireale sono ora in grado di creare un fingerprinting (impronta digitale) della varietà e di riconoscere i genotipi utilizzati per preparare gli alimenti base della dieta mediterranea: pane e pasta.

E’ quanto emerso durante il workshop tenutosi presso il Cra di Acireale nei giorni scorsi.
L'incontro è stato un importante momento di discussione tra operatori della filiera cerealicola, istituzioni ed enti di ricerca, con lo sguardo rivolto a Expo 2015, dove il 4 luglio prossimo si terrà il convegno dal titolo “Cereali. Viaggio nel mondo della cerealicoltura siciliana”, con la partecipazione del Cra e delle Università siciliane.

L’evento ha messo a confronto i risultati della ricerca conseguiti negli ultimi anni ed i fabbisogni d’innovazione e trasferimento tecnologico evidenziati da parte delle imprese coinvolte nei vari segmenti della filiera: aziende agricole, ditte sementiere, centri di stoccaggio, industrie di trasformazione: molini, panifici e pastifici. Gli operatori del settore hanno messo in evidenza la grande necessità di innovazioni e di conoscenze, che riguardano diversi aspetti della produzione primaria e della trasformazione finale.

Il Cra di Acireale, diretto da Paolo Rapisarda, svolge ricerche avanzate sia nel settore agrumicolo che in quello cerealicolo e delle colture mediterranee.
"Il convegno ha mostrato che i diversi enti di ricerca che si occupano di cerealicoltura in Sicilia (Cra, Università di Palermo e Catania, consorzi ed enti regionali) - ha sottolineato Massimo Palumbo, responsabile scientifico del gruppo di ricerca sui Cereali del Cra - costituiscono un gruppo già consolidato, pronto ad affrontare le tematiche più urgenti e a fronteggiare le esigenze del territorio: dai sistemi colturali, in grado di ridurre i costi di produzione e tutelare l’ambiente, agli alimenti funzionali; dalla valorizzazione degli antichi grani siciliani alle innovazioni varietali; dalla qualità panificatoria e pastificatoria alla valorizzazione della caratteristiche igienico-sanitarie delle produzioni cerealicole siciliane".

Per Biagio Pecorino, presidente del Distretto unico dei Cereali "Per la Sicilia, la collaborazione fra imprese ed Enti di Ricerca diventa condizione necessaria per soddisfare le esigenze di innovazione, in vista della nuova programmazione 2014/2020, i cui fondi rappresentano un’occasione importante per tutta la filiera".

A tal proposito Gaetano Aprile, dirigente del Dipartimento regionale dell’Agricoltura della Sicilia, ha presentato le misure previste per il nuovo Psr, illustrando l’evoluzione della politica agricola comunitaria, dall’esperienza del 2007/2013 alla nuova programmazione 2014/2020.