L’Anacer ha analizzato la situazione dell’import-export del comparto cerealicolo al 31 luglio 2017 fotografando la situazione nei primi sette mesi rispetto allo stesso periodo 2016.

Sia l’import che l’export risultano in crescita sia in quantità che in valore, ma le importazioni corrono più veloci delle vendite all’estero, tanto che il deficit commerciale è cresciuto di 120,2 milioni di euro, passando dai 1.040,3 milioni del luglio 2016 ai 1.160,5 del 2017.

Analizzando in primo luogo l’import, a livello quantitativo gli arrivi dall'estero sono cresciuti di +700mila tonnellate, pari al +6,3%, che a livello di valore (+173,1 milioni di euro, pari a +5,8%).
L’incremento principale è dovuto al granturco (+734mila tonnellate, di cui 398mila tonnellate dai paesi comunitari e +336mila tonnellate dai paesi terzi).

Crescono i prodotti trasformati (+70mila tonnellate), le farine proteiche (+123mila tonnellate) e i semi oleosi (+78mila tonnellate), mentre scendono gli acquisti di grano duro (-218mila tonnellate) e di grano tenero (-72mila tonnellate). In calo anche l’import di riso, in discesa di 9mila tonnellate (-5,6%).

Passando alle esportazioni, la crescita si è attesta sulle 349mila tonnellate rispetto all’anno precedente (+13,8%). A fare la parte del leone i cereali in granella (+211mila tonnellate), i prodotti trasformati (+74mila tonnellate) e il riso (+37mila tonnellate). Buone performance anche per la farina di grano tenero (+7.700 tonnellate), semola di grano duro (+2.500 tonnellate) e paste alimentari (+8.700 tonnellate).