"Al momento le stime dei raccolti mondiali di cereali sono ai massimi, così come gli stock di alcuni dei maggiori paesi produttori". Così Niccolò D'Andria, vicepresidente dell'Anacer, spiega la situazione attuale del comparto cerealicolo.

"A causa di tali previsioni le dinamiche dei prezzi dovrebbero restare stabili nel medio periodo attestandosi sui minimi - continua D'Andria - a meno di qualche effetto meteorologico imprevisto. Per quanto riguarda il grano duro a fronte di un grosso stock di riporto nella campagna corrente, si registra un calo generalizzato degli ettari coltivati a livello mondiale, per cui i prezzi minimi che stiamo registrando in questi mesi dovrebbero riprendersi nel medio periodo".

Quello che sembra irrinunciabile per l'Italia è proprio l'import, come si evince dagli ultimi dati sull'import di mais nel 2016, su cui sono state fatte polemiche.
"Il nostro paese ha un deficit strutturale che deve essere colmato per permettere alla nostra industria di funzionare correttamente - commenta D'Andria - negli ultimi anni questo deficit è cresciuto a causa della riduzione del seminativo investito a mais, per cui ritengo che tali importazioni continueranno ad un buon ritmo anche per la necessità di reperire un prodotto omogeneo adatto alle crescenti richieste qualitative dell'industria italiana".

Sempre più importante, infine, il discorso relativo all'etichettatura della pasta, una delle eccellenze made in Italy più apprezzate all'estero. "L'Italia ha una storia come paese di trasformazione in tanti settori - conclude D'Andria - riuscire ad importare, trasformare per poi riesportare un prodotto di altissima qualità che in tanti ci invidiano è un valore da salvaguardare".