Tutte le elaborazioni modellistiche confermano la lunga fase anticiclonica alle porte, la quale prenderà presto il sopravvento su tutta l'Italia. I prossimi otto-nove giorni non proporranno quindi particolari novità, con il consolidamento del bel tempo ed un conseguente aumento dei valori termici. Tale situazione rimarrà invariata fino al 5-6 novembre quando importanti manovre sul piano barico europeo andranno a confermare il graduale declino del contesto meteorologico.
 

Il meteo a breve termine

Il quadro meteorologico è cambiato di nuovo drasticamente. L'anticiclone è ancora una volta il protagonista sulla scena sud-occidentale del Mediterraneo, gettando le basi tra la Spagna e la Francia sud-occidentale. Il promontorio non troverà però spazio verso Nord e tenterà l'estensione verso la nostra penisola, ove però insiste ancora una blanda circolazione depressionaria che causa un po' di variabilità sparsa su alcune parti del territorio nazionale.
Lo sviluppo smisurato dell'area anticiclonica sull'Europa meridionale verrà quindi innescato in gran parte dall'azione della profonda depressione presente sull'Atlantico settentrionale, poco a Ovest del Regno Unito, che va a condizionare radicalmente le forti correnti zonali in scorrimento alle alte latitudini. Pertanto le correnti oceaniche alle basse latitudini sospingono l'espansione dell'anticiclone delle Azzorre sul Mediterraneo, una tipica configurazione che si verifica in quelle situazioni invernali con vortici polari molto forti e compatti.
Ciò che sta emergendo è il tipico assetto barico che andrà a favorire il transito delle perturbazioni dai settori occidentali a quelli orientali sulle regioni settentrionali europee, con l'anticiclone invece ben presente su varie parti centro meridionali del continente. L'alta pressione favorirà condizioni meteorologiche prettamente stabili, ma non sempre soleggiate come nei periodi più caldi estivi.
 

Alta pressione in grande stile

Il cuneo anticiclonico dominerà per un lungo periodo estendendo la propria influenza gradualmente anche sugli stati centrali dell'Europa. L'alta pressione prolungata favorirà l'accumulo di umidità negli strati inferiori dell'atmosfera con la comparsa di foschie, fitti banchi di nebbia e nubi basse sulle aree di pianura, lungo le valli e su alcuni tratti delle aree costiere.
L'azione più stabile si farà maggiormente sentire sull'Italia occidentale, specie in questa prima fase, ove porterà anche un accumulo degli inquinanti sulla Val Padana, mentre i cieli sereni e l'abbondante soleggiamento porteranno un clima molto mite soprattutto in quota.



Con l'invecchiamento della figura altopressoria assisteremo - giorno dopo giorno - a nebbie sempre più invadenti che si trasformeranno in una coltre nuvolosa bassa, ma spessa, durante le ore centrali della giornata. Un minor numero di ore di sole andrà inoltre ad indurre un raffreddamento graduale sulle pianure del Nord, mentre blande infiltrazioni d'aria umida attiveranno la formazione di nubi a tratti compatte tra Liguria ed alta Toscana.
 

Svolta nei primi giorni di novembre

L'ultima elaborazione dai centri previsionali conferma l'ipotesi di una svolta sostanziale dopo i primi giorni di novembre. Come accennato, il cambiamento avrà inizio con un ribaltone dell'assetto barico in sede continentale, che sconquasserà la configurazione tra le alte e basse pressioni. Il tutto sarà caratterizzato dal forte indebolimento del jet stream - un flusso che scorre a quote molto alte - il quale potrebbe favorire l'affondo di alcune aree depressionarie sui settori meridionali europei, anche se al momento vi sono ancora alcuni elementi d'incertezza.
Tra le ipotesi più estreme è addirittura delineata la possibilità dell'avvento di un'irruzione molto fredda in discesa dall'artico russo, che potrebbe portare note invernali nel contesto meteorologico della scena continentale.
Ovviamente la vera incognita resta la posizione dell'alta pressione delle Azzorre che, qualora dovesse effettivamente intraprendere una direzione verso Nord lungo i meridionali instaurando un blocco in pieno oceanico, andrebbe a scatenare una risposta molto fredda dal Circolo Polare artico. L'ingresso da Est potrebbe inoltre esporre direttamente le nostre regioni al flusso gelido, attivando un forte calo dei valori termici che si porteranno sulle tipiche medie invernali.

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