L'inverno ormai dato per spacciato ritornerà in gran carriera non solo in Europa, ma anche in Italia. Proprio nell’ultimo appuntamento settimanale ci chiedevamo quale potesse essere l’elemento di sblocco della stagione invernale; ebbene, oggi è tutto più chiaro. Sarà pertanto un profondo indebolimento del Vortice Polare che, impazzito, scaglierà nuclei gelidi fin sulle basse latitudini. La pausa atlantica sarà quindi effimera e con essa anche il previsto addolcimento termico in Europa.
 
Il punto della situazione
Allargando lo sguardo sull’areale europeo si denota in tutta la sua ampiezza la curvatura anticiclonica (bordo orientale dell’alta pressione in Atlantico), che si distende dall'Europa settentrionale a tutti i paesi scandinavi. Sulle ultime elaborazioni è possibile notare nell’immediata evoluzione un lembo sostanzialmente molto mite provenire dall'oceano, un ponte che porterà un contributo relativamente caldo, stagliato dalla Penisola Iberica alle Isole Britanniche.
Nient’altro che ulteriore linfa vitale per quel flusso in scorrimento sulla curvatura anticiclonica, trasformandola in una circolazione anticiclonica dinamica e maggiormente persistente, che potrà in seguito richiamare - con la giusta disposizione - le fredde masse d'aria continentali verso l'Europa, indicativamente tra 7 o 8 giorni.

Il breve termine
L’Atlantico farà quindi capolino nel cuore del Mediterraneo: le perturbazioni oceaniche, assolutamente assenti in questa stagione invernale, torneranno sui mari italiani e daranno luogo ad un vivace peggioramento. La fase più intesa prenderà piede nei primissimi giorni della prossima settimana, quando nascerà un cospicuo vortice sul Tirreno.
Piogge e nevicate abbondanti torneranno soprattutto sulle regioni settentrionali e tirreniche. Seguiranno graduali contributi di aria nord atlantica (e quindi via via più freddi) che incentiveranno un conseguente calo termico e la comparsa delle tanto attese nevicate sui rilievi.
Si attendono cospicui accumuli sulle Alpi, un po' meno sulla dorsale appenninica e sui rilievi delle Isole Maggiori.

Il medio termine
Nel precedente appuntamento ci chiedevamo appunto quale dinamica avrebbe potuto sbloccare la situazione.
Tra le ipotesi emergeva un netto riscaldamento della stratosfera a livello polare, e oggi, grazie a nuovi elementi che aiutano a confermare tale tesi, possiamo convalidare la tendenza del medio termine. Il Vortice Polare subirà difatti un forte indebolimento frutto di un cospicuo surriscaldamento alle quote alte.
Ancora presto per capire quali effetti potrebbero verificarsi sul territorio italiano, ma quel che è sicuro al momento è un cambio circolatorio importante verso la fine della prima settimana mensile.
Un nucleo gelido siberiano scenderà verso l'Europa centrale e, valutando le diverse incognite, la traiettoria del nucleo potrebbe transitare in prossimità dell’arco alpino, proponendo nuovo gelo e nevicate.

Evoluzione dei valori termici fino al 10 febbraio

Possibili ipotesi
Evoluzione più probabile: il nucleo gelido potrebbe transitare sull'Europa centro settentrionale, quindi a nord delle Alpi, mentre in Italia vi sarebbe il posto per il flusso instabile atlantico che porterebbe un'altra perturbazione (l’azione ciclonica richiamerebbe comunque nel contesto una piccola parte del gelo più a nord).

Seconda evoluzione, al momento meno probabile: il nucleo freddo potrebbe puntare sui settori più meridionali, colpendo l’Italia più direttamente. Quest'ultimo caso potrebbe inizializzare un evento tangibile, degno dei migliori inverni passati alla storia (della serie 1956, 1985 o il più recente 2012).

Al momento ciò di cui abbiamo bisogno sono nuovi aggiornamenti: ancora qualche giorno e ne sapremo di più sull’evoluzione della stagione invernale.

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