Allerta rossa diramata dalla protezione civile su Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta. Le precipitazioni risulteranno a tratti abbondanti e non mancheranno possibili nubifragi. Maltempo in graduale estensione, ma in forma più moderata, alle altre regioni della Penisola. Fredde novità invernali per i primissimi giorni di dicembre.

Il punto della situazione
La neve è finalmente tornata sul Paese, ma solo sulle vette alpine. L’intenso richiamo di aria calda e molto umida di matrice mediterranea ha finalmente sbloccato la situazione di scarso o nullo innevamento che da troppo tempo condizionava i settori piemontesi e valdostani della catena alpina.

Nel contesto non sono mancati intensi fenomeni autorigeneranti - peraltro sempre più frequenti - che hanno colpito principalmente il ponente genovese ove in meno di 24 ore sono caduti localmente più di 500 millimetri di pioggia.

L’avvezione mediterranea continua a determinare temperature molto miti su tutto il Belpaese: fa veramente specie notare come la quota dello zero termico continui ad essere inchiodata intorno ai 2500 metri. 

Di conseguenza, anche in presenza di precipitazioni molto intense, non nevica se non sporadicamente e localmente al di sotto dei 2000 metri, anche se finalmente iniziamo a leggere degli spessori di neve a tre cifre sui settori alpini settentrionali delle Cozie, Graie e Pennine. In queste aree, nelle ultime 24-30 ore, oltre i 2500 metri sono caduti sino a 80 centimetri di neve fresca. 

Risulta altresì evidente che, procedendo verso la catena spartiacque principale con Francia e Svizzera, gli apporti nevosi risultano quasi nulli, come nel caso di Morgex – Lavancher (2842 metri) in cui dei 102 centimetri di neve al suolo solo 3 sono costituiti dalle nevicate delle ultime ore. 
Sulle Alpi centro orientali, il solo dato davvero significativo è appannaggio del Ghiacciaio Presena con 128 centimetri di cui 30 di neve fresca, mentre sulla catena spartiacque altoatesina per superare gli 80 centimetri di accumulo occorre spingersi al di sopra dei 3000 metri.
Disarmante la situazione dei rilievi dolomitici e friulani, ove a causa delle temperature elevate, persino la nevosissima stazione di Livinal Lunch (1850 metri) registra un misero 32 centimetri di neve al suolo. 
Situazione critica invece in Appennino, con accumuli praticamente nulli.

Analisi
Forte maltempo, ecco perché: sui settori occidentali del Mediterraneo, precisamente sulla Penisola Iberica, si è approfondito un nucleo depressionario frutto della vasta irruzione polare che ha lambito le coste occidentali europee. Il vortice amplierà il proprio raggio d'azione, andando ad interessare anche la penisola italiana.
In prima battuta non arriverà aria particolarmente fredda, anzi, tutt'altro. Le sostenute correnti dai quadranti meridionali garantiranno temperature ben oltre le medie stagionali ed il clima risulterà più primaverile che invernale. 
Una flessione graduale dei valori termici inizierà a prendere piede nei prossimi giorni, proponendo un lento ritorno alla normalità per gli ultimi di novembre.

Arrivo dell’inverno 
Le manovre sullo scacchiere europeo confermano l’imminente arrivo della stagione invernale. Il tutto è riconducibile a quanto sta accadendo ai piani alti dell'atmosfera, con un vortice polare che mai come quest'anno non è in grado d’imporre il proprio carattere sull’areale artico. 
I continui surriscaldamenti della troposfera vanno infatti a destabilizzare la struttura spostandola dalla propria sede. Gli effetti di tali dinamiche potrebbero manifestarsi già nei primissimi giorni di dicembre, quando un'ondata di gelo potrebbe coinvolgere i settori orientali europei ed il Mediterraneo centrale.

Evoluzione
Anche dall’analisi odierna i modelli confermano la possibilità di un corposo calo delle temperature, fino a valori pienamente invernali all’inizio del prossimo mese. Stando alle attuali elaborazioni sembrerebbe che il gelo possa colpire maggiormente le regioni adriatiche e meridionali, essendo le più esposte ai venti in discesa dai quadranti nord orientali. Al momento non si prevedono però precipitazioni sostanziali, causa la parziale protezione offerta dall’anticiclone posizionato sul centro Europa.

Tendenza
Viste le elaborazioni del lungo termine, sempre nell'ottica di un vortice polare assai destabilizzato, non si esclude un periodo più o meno lungo contraddistinto da ripetute irruzione artiche. In ogni caso non mancherà una vivace dinamicità atmosferica caratterizzata da profondi scambi meridiani.

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