Si parla tanto di biostimolanti come la nuova frontiera dei mezzi tecnici agricoli in grado di aumentare le rese. Prima di utilizzarli, però, è importante chiedersi: perché, quali, quando e come?

 

Il perché è semplice. I biostimolanti aumentano l'efficienza d'uso dei nutrienti, migliorano le caratteristiche qualitative dei prodotti, e soprattutto mitigano gli effetti negativi degli stress abiotici.

 

Quali? I biostimolanti devono avere una comprovata attività biologica, quindi possono essere scelti in base al loro meccanismo d'azione anche se è noto che un biostimolante può essere composto da una miscela di molecole e quindi agire su diversi processi biologici delle piante. D'altra parte, lo si può scegliere in base ai formulati disponibili e alla loro interazione con gli altri fattori della produzione perché potrebbero avere effetti di antagonismo, sinergici e aumentativi.

 

Quando? I biostimolanti possono essere applicati a calendario soprattutto in serra per le colture a maggiore redditività e per quelle con cicli corti. Altrimenti possono essere utilizzati in specifiche fasi fenologiche o prima di eventi meteorologici avversi soprattutto per quelle colture a ciclo lungo e in cui le applicazioni ripetute non sono giustificabili.

 

Di questo ha parlato Giuseppe Colla dell'Università degli Studi della Tuscia di Viterbo durante la terza edizione della Biostimolanti Conference 2022 organizzata dall'Associazione Regionale Pugliese dei Tecnici e Ricercatori in Agricoltura (Arptra) e da Fruit Communication, con il patrocinio della Società Orticola Italiana (Soi). Fertilgest®, la banca dati dei fertilizzanti, dei concimi e dei substrati che insieme ad AgroNotizie fa parte del network di Image Line, è stato content partner dell'evento.


La Biostimolanti Conference 2022 si è tenuta in due giornate (2 e 3 marzo 2022) suddivise in quattro sessioni a seconda della coltura di riferimento. La prima, la seconda e la terza sessione sono state dedicate rispettivamente a pomodoro e orticole, ai seminativi e ai fruttiferi e olivo. In questo articolo verrà trattata la quarta sessione moderata da Teresa Manuzzi di Fruit Communication, sul tema "Uva da tavola e Ciliegio".

 

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Uva da tavola e biostimolanti: come contrastare i cambiamenti climatici e gli stress abiotici

Visto che l'azione principale dei biostimolanti è quella di aumentare la tolleranza delle piante agli stress abiotici, quali sono quelli che interessano l'uva da tavola e come influenzano il suo sviluppo? Sono le temperature estreme, l'eccesso e la carenza di acqua, l'eccesso e la carenza di luce e l'alta conducibilità elettrica, ha spiegato Gonzalo Allendes Lagos, direttore tecnico Agronomia di Agq Labs in Cile.

 

Per esempio: le alte temperature possono impedire il raggiungimento di una buona colorazione dell'acino; le basse temperature possono annullare lo sviluppo del tubetto pollinico e quindi causare problemi di allegagione; quando c'è eccesso di radiazione sono danneggiati gli enzimi coinvolti nella fotosintesi che di conseguenza diminuisce e lo sviluppo della pianta è inibito; l'alta conducibilità elettrica causa l'accorciamento degli internodi e il minore accrescimento radicale. È importante conoscere e apprendere i segnali di ciascuno di questi stress attraverso analisi e osservazioni in campo.

 

Gli stress abiotici si stanno intensificando con l'avanzare dei cambiamenti climatici. In viticoltura questo si traduce in vari aspetti: anticipo e riduzione della durata delle fasi fenologiche, riduzione dell'acidità titolabile delle uve ed aumento del pH, riduzione del contenuto di antociani e riduzione del colore, mancato equilibrio tra maturazione tecnologica e fenolica, incremento dei danni da scottatura su acini e apparato fogliare e riduzione della produzione.

 

I biostimolanti possono essere una soluzione sostenibile a questi problemi. Per questo motivo il progetto "Life Grapes" presentato da Mauro D'Arcangelo, specialista in Fitopatologia presso il Crea - Ve di Arezzo, ne prevede l’utilizzo. In particolare, l'obiettivo del progetto è quello di ridurre l'uso dei fungicidi utilizzati per la difesa del vigneto attraverso l'utilizzo e la diffusione di tecnologie innovative quali i dispositivi di supporto alle decisioni (Dss) e l'impiego di prodotti alternativi quali induttori di resistenza ed agenti di biocontrollo. Visto che Il primo passo per ottenere un prodotto di qualità è la scelta del materiale vivaistico esente da malattie e vigoroso, il progetto parte direttamente dalle barbatelle e quindi dal vivaio.

 

L'impiego di microorganismi, come il Trichoderma, può ostacolare o annullare l'azione di fitopatogeni sulle giovani piantine in vivaio innestate. In più, prodotti a base di micorrize possono favorire l'assorbimento di acqua e nutrienti da parte dell'apparato radicale che fortificano la pianta. I primi risultati del progetto sulla gestione del vigneto con questi microrganismi, hanno evidenziato alti i livelli qualitativi delle produzioni senza un calo del loro valore commerciale. Infatti, relativamente a tutti i parametri analizzati (produttività delle piante, caratteristiche organolettiche e merceologiche e conservabilità dell'uva), non si sono registrate sostanziali differenze tra le produzioni ottenute con metodo aziendale integrato e quelle conseguite con i metodi di Life Grapes.

 

Luigi Tarricone del Crea - Ve di Turi (Ba) ha invece parlato dell'utilizzo di lieviti inattivati in viticoltura per contrastare gli effetti del riscaldamento climatico che causano un insufficiente accumulo di antociani e quindi una scarsa colorazione dell'acino: un importante problema tecnologico che può ridurre il valore di mercato dell'uva da tavola.

 

In uno studio è stato testato il prodotto, disponibile in commercio, Lalvigne brevettato da Lallemand Inc. e a base di Saccharomyces cerevisiae. Questo prodotto prevede due applicazioni fogliari, la prima a inizio invaiatura e la seconda da effettuare tra gli 8 e i 14 giorni successivi. La sua efficacia è stata confermata su numerose varietà in diversi areali e in differenti annate, evidenziando un positivo incremento dei polifenoli e degli antociani, nonché un maggior livello di polimerizzazione dei tannini.

 

Ciliegio e biostimolanti: il problema del cracking

Il ciliegio dolce è una coltura di alto pregio e il successo economico della sua coltivazione dipende non solo dalla resa, ma anche dall'andamento post-raccolta dei frutti e dalla loro resistenza al cracking che influenzano l'accettabilità del consumatore.

 

Brunella Morandi, professoressa presso l'Università degli Studi di Bologna, ci informa che qualcosa di nuovo è stato scoperto sullo sviluppo del danno da cracking in ciliegio. Fino a qualche anno fa di pensava che il cracking fosse dovuto ad un eccesso del turgore del frutto indotto dall'assorbimento dell'acqua esterna. Ma, in realtà, la ciliegia a maturazione presenta bassi livelli di turgore e per questo è stata espressa una teoria alternativa. Il cracking, di fatto, è un fenomeno abbastanza veloce che si sviluppa in pochi giorni; una serie di studi e prove scientifiche hanno monitorato la crescita giornaliera della ciliegia mediante sensori del frutto.

 

Quindi come avviene il cracking? La crescita veloce della ciliegia durante e dopo l'invaiatura determina un repentino aumento della superficie del frutto che non è accompagnato da una deposizione di nuova cuticola. Ciò comporta un aumento dello sforzo a cui sono sottoposte l'epidermide e la cuticola stessa. Si formano quindi microspaccature attraverso cui entra l'acqua all'interno dei tessuti sottostanti e si innesca un meccanismo a cerniera che determina la progressiva plasmolisi ed il distacco delle cellule.

 

Boris Basile dell'Università degli Studi di Napoli Federico II ha presentato alcuni test di utilizzo di biostimolanti su ciliegia. In particolare è stato testato l'impatto dell'applicazione fogliare di un nuovo estratto di piante tropicali tra la piena fioritura e l'allegagione, sulla resa e sulla qualità dei frutti di due importanti cultivar commerciali di ciliegio dolce.

 

In entrambe le cultivar l'estratto vegetale ha indotto un significativo aumento della resa dei frutti, ma, cosa interessante, nelle due varietà questo effetto è stato causato dalla stimolazione di diverse componenti della resa. Questo suggerisce che potrebbero essere stati influenzati diversi processi biologici della crescita riproduttiva del ciliegio a seconda del genotipo. Inoltre, è stato osservato l'aumento della compattezza della polpa dei frutti che si traduce in maggiore idoneità delle ciliegie al post-raccolta.

 

Le proposte delle aziende

Spaa: l'azienda ha presentato la tecnologia di produzione Ceshy.V.®, un'idrolisi enzimatica selettiva e controllata delle proteine vegetali in grado di selezionare enzimi ad alta specificità. I parametri di processo sono attentamente controllati e costantemente monitorati e consentono elevate rese di reazione con basso impatto ambientale e in grado di preservare la funzionalità e le proprietà delle molecole bioattive presenti.

 

Compo Expert Italia: Basfoliar® Si SL è un prodotto in grado di limitare i danni dovuti agli squilibri idrici. Massimizza i parametri di qualità della frutta e aumenta la resa, previene i fenomeni di cracking, migliora la shelf life, ha azione anti stress e rende il silicio monomerico totalmente assimilabile.

 

Biolchim: la strategia per aumentare ed uniformare la colorazione dell'uva da tavola è composta dai prodotti Sunred e Bio-Help Plus. Sunred è un biopromotore della colorazione dei frutti in grado, anche, di aumentare i gradi brix. Bio-Help Plus è un biopromotore della resistenza agli stress ambientali quali alte e basse temperature, siccità e salinità.

 

Mugavero: il prodotto Gran Riserva promuove l'accumulo di sostanze di riserva nelle specie frutticole decidue in post-raccolta e induce l'ottimale entrata in dormienza delle gemme. Movita è un promotore della crescita dopo il risveglio della pianta, attiva il metabolismo vegetale e promuove l'uniformità di germogliamento. Statia favorisce l'ispessimento della lamina fogliare e la lignificazione dei tessuti. Il prodotto Canta è un biostimolante organico contenente molecole bioattive prodotte da batteri della rizosfera (Streptomyces spp.) che promuove lo sviluppo vegeto produttivo della pianta. Upper Grow è un biostimolante innovativo ricco di azoto e potassio con acidi organici da applicare sia in trattamento fogliare che in fertirrigazione. Il prodotto Maturau è un biostimolante organico indicato per il completamento dei processi di maturazione e di colorazione del frutto.

 

K Adriatica: l'azienda ha presentato Kamab 26 utile per correggere i disordini fisiologici dovuti a squilibri nutrizionali di calcio, magnesio e potassio. Il prodotto, inoltre, regola i processi di assorbimento dell'azoto limitando l'accumulo di ammonio nei tessuti della pianta e neutralizza gli acidi organici in eccesso.

 

Daymsa: Efical Wsp prolunga la vita post-raccolta nelle colture di uva da tavola e ciliegie. È un prodotto nutrizionale ricco di calcio assimilabile ed è formulato con amminoacidi liberi e complessi organici. Promuove la crescita di nuove radici e stimola il metabolismo generale della pianta.

 

Per continuare ad approfondire i temi dell'incontro, scarica le presentazioni a questo link e guarda il video della giornata.

 

 

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